Decolla la Hydrogen Valley di Malpensa. La scintilla a Busto, dall’Europa 7,5 milioni

MALPENSA – Decolla da Volandia la Hydrogen Valley di Malpensa. “Benedetto” (a distanza) dal ministro delle infrastrutture Matteo Salvini e (in presenza) dal governatore della Lombardia Attilio Fontana, il progetto nato a Busto Arsizio punta a dare energia ai mezzi della flotta Sea di Malpensa ma anche, «dal 2035, a far volare i primi aerei alimentati a idrogeno», come annunciato dall’AD del gestore aeroportuale Armando Brunini. La Hydrogen Valley Malpensa ha ottenuto quasi sette milioni e mezzo di euro di finanziamenti europei dalla Clean Hydrogen Partnership nell’ambito del programma UE per la ricerca e l’innovazione Horizon Europe.

La scintilla da Busto

Come 75 anni fa, nell’ottobre del 1948, quando un gruppo di imprenditori bustocchi fondò l’aeroporto di Malpensa (allora “Aeroporto Città di Busto Arsizio”), così oggi, 18 settembre 2023, parte ancora da Busto Arsizio la scintilla di un’innovazione – la Hydrogen Valley – che per lo scalo Sea potrebbe essere epocale. «Ho ideato e promosso questo progetto per favorire lo sviluppo economico del territorio in una prospettiva di sostenibilità ambientale» rivela Giorgio Mariani, assessore alla rigenerazione urbana a Busto Arsizio, che anni fa – tra la diffidenza dei più, va detto – ha iniziato a tessere la tela della Hydrogen Valley sul territorio. Trovando sponda in Sea e Confindustria Varese, ma soprattutto un partner industriale come RINA, multinazionale di ispezione, certificazione e consulenza ingegneristica, che ha coordinato il progetto premiato dall’Unione Europea come uno dei nove “flagship projects” sull’idrogeno.

Il progetto in sintesi

Il progetto della Hydrogen Valley Malpensa – definita tecnicamente TH2ICINO (Towards H2ydrogen Integrated eConomies In NOrthern Italy), mira allo sviluppo di una valle dell’idrogeno nell’area dell’aeroporto di Malpensa, «prima in Italia – nonché una delle prime in Europa – in ambito aeroportuale», come ricorda Alessandra Cuneo, manager di RINA, parlando di Malpensa come «frontiera europea per l’idrogeno». Attorno allo scalo si creerà «un ecosistema che realizza tutta la filiera dell’idrogeno – dalla produzione allo stoccaggio, dal trasporto al consumo – coinvolgendo la rete di imprese del territorio affinché possano, in futuro, usufruire di questo vettore energetico». In concreto? Lhyfe, uno dei partner del progetto, installerà sul territorio un Elettrolizzatore (l’impianto di produzione), l’idrogeno prodotto verrà stoccato localmente e utilizzato in aeroporto con stazioni di rifornimento a idrogeno per i veicoli della flotta Sea che saranno sottoposti a retrofitting. «Ridurre le emissioni annue di CO2 della zona di Malpensa di 4.400 tonnellate, equivalenti a quelle di 1.500 autovetture» è il target fissato da Andrea Bombardi, Carbon Reduction Excellence Executive Vice President di RINA. Inoltre il Master Planning Tool, lo strumento di pianificazione della Hydrogen Valley Malpensa, mira a diventare «un modello di riferimento anche per altri scali».

Lombardia all’avanguardia

«È l’inizio di un percorso – fa notare il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana – abbiamo bisogno di carburanti sostenibili, che ci rendano autonomi dal resto del mondo, e realizzati sul nostro territorio creando posti di lavoro, sviluppo, filiere alternative. La tecnologia è in fase iniziale e, come in Valcamonica con i treni a idrogeno, dobbiamo utilizzarla, sperimentarla e affinarla». La Lombardia infatti su questo fronte è vicina ad un primo passaggio fondamentale, la presentazione dei primi treni alimentati a idrogeno che percorreranno la linea Brescia-Iseo-Edolo. «Ci lavoriamo da anni e non abbiamo cambiato idea – rivela il presidente di Fnm Group Andrea Gibelli – oggi l’idrogeno è estremamente costoso, ma più si produce e più il costo si abbassa, come in passato per i pannelli fotovoltaici. Più elettrolizzatori ci saranno, più le Valley diventeranno punto di riferimento di una filiera cortissima a emissioni zero. Senza pericoli né disagi».

Le voci del convegno

Per il sindaco di Busto Arsizio Emanuele Antonelli sono diversi i fattori a favore di questa sfida: «La sostenibilità ambientale, l’insediamento di nuove attività, che porteranno posti di lavoro. E un progetto che aumenta l’attrattività del territorio e favorirà l’autonomia energetica». Una sfida che Sea è pronta a giocare, per centrare gli ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione: «Il campo principale di applicazione di questo progetto è l’autotrazione – ammette Armando Brunini, Amministratore Delegato di SEA – ma è la prima fase per maturare il know-how e le condizioni abilitanti (tecnologiche, normative, gestionali, logistiche) all’utilizzo aeronautico dell’idrogeno». Anche le compagnie aeree sono pronte: «Abbiamo una road map ambiziosa per la decarbonizzazione – fa sapere Lorenzo Lagorio, country manager di easyJet, vettore numero uno in brughiera – l’idrogeno è essenziale per raggiungere questi obiettivi». Per Roberto Grassi, presidente di Confindustria Varese, l’adesione è «la conferma di una nostra priorità: assistere il sistema delle imprese sul fronte della transizione ecologica». Con lo sguardo ad «una partita altrettanto strategica, quella di creare la domanda, con la riconversione dei sistemi produttivi delle aziende dei settori manifatturieri più energivori, attraverso l’utilizzo dell’idrogeno come fonte energetica alternativa». E Isabella Tovaglieri, europarlamentare della Lega, guarda all’Europa: «L’idrogeno è una tecnologia irrinunciabile per i target della transizione energetica. Potrebbe essere la soluzione invece dell’elettrificazione forzata».

La squadra europea

Sono coinvolti vari partner europei nel progetto, a rappresentazione dell’intera catena di valore dell’idrogeno: oltre a RINA, SEA, Confindustria Varese e Comune di Busto Arsizio, anche Air Pullman (società che gestisce il trasporto pubblico locale nell’area Nord Ovest di Milano, nell’area di Monza/Brianza e a Paderno Dugnano), Artelys (azienda francese specializzata nell’ottimizzazione, supporto alle decisioni e modeling), CIRCE (centro tecnologico spagnolo per lo sviluppo sostenibile), EMISIA (spin-off greca dell’Università Aristotele di Salonicco che si occupa di mobilità e sostenibilità) e Lhyfe Labs (gruppo francese dedicato alla transizione energetica, produttore e fornitore di idrogeno verde e rinnovabile).

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