Delpini a Legnano benedice e dedica a San Giovanni Paolo II la cappella dell’ospedale

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LEGNANO – «In questa cappella nel cuore dell’ospedale, Gesù è qui per offrire vicinanza e dare una visione diversa della vita, della malattia, della morte, dell’amore. Non è un luogo dove la medicina, la scienza e la tecnologa intervengono per guarire, ma dove Gesù ci apre il cuore alla speranza e ci invita ad avere compassione sempre». Così l’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, nell’omelia della Messa con cui oggi, martedì 16 maggio, ha benedetto e dedicato a San Giovanni Paolo II la cappella dell’ospedale nuovo di Legnano (nelle foto).

Presenti le massime autorità sanitarie dell’ospedale e amministrative dell’Asst Ovest Milanese, il sindaco della città Radice e la vice Pavan, i consiglieri regionali Scurati e Borghetti, il presidente della Fondazione degli ospedali di Abbiategrasso, Cuggiono, Legnano e Magenta Albertalli e il vice Gazzaniga, oltre alle rappresentanti delle associazioni Collaboratrici volontarie ospedale di Legnano e Il Sole nel Cuore.

«Luogo di rabbia umana e di divino conforto»

Monsignor Delpini ha esordito nella sua omelia definendo la malattia «l’ospite indesiderato che entra nella vita e avvolge tutto nel grigiore, avviando il percorso incerto della guarigione». E ha quindi citato i pazienti che entrano nel luogo di culto della cappella «con le loro incertezze, inquietudini, domande e litigano con Dio per il male che è dentro di loro o delle persone care», ma anche i medici e gli infermieri dai quali dipende la salvezza del paziente «che vivono dentro di sé l’inquietudine e l’esperienza di intravvedere l’impotenza della cura e vengono nella cappella a domandare a Dio». Ma a tutti, «se si mettono in ascolto e cercano la parola di Dio e non soccombono allo sconforto, il Signore non parla come ci si aspetta. E invita a stare con lui anche quando c’è pericolo di vita».

Da Odinolfi grazie a tutto il personale

A conclusione del rito il direttore generale dell’Asst, Fulvio Odinolfi, ha donato all’arcivescovo una immagine della cappella illuminata dai colori delle vetrate e ha ringraziato gli artisti che hanno dato il loro contributo: Marina Mulino che le ha progettate, Marie Michèle Poncet alla quale si deve la progettazione dell’altare e del tabernacolo e Silvio Casati, autore e donatore della riproduzione della scultura ispirata alla rosa del deserto di Arnaldo Pomodoro.

«Giovanni Paolo II – ha detto Odinolfi – è nel destino dell’ospedale di Legnano: a lui fu intitolata la nuova via quando fu inaugurato. Voglio ringraziare tutti i componenti del personale che in questi anni difficili hanno dato il meglio di se stessi, dimostrando che il loro non è solo un lavoro, ma qualcosa di più profondo e più importante».

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