Irride Salvini con un “49” di palloncini: legnanese coperta di insulti sui social

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LEGNANO – A un certo punto, il “9” si era rovesciato e quel “46” sembrava un omaggio a Valentino Rossi. Invece era uno sberleffo a Matteo Salvini e alla Lega: due palloni appesi sul balcone a formare il numero 49, come i milioni di euro di fondi pubblici ricevuti dal partito e di cui la magistratura è a caccia, dopo che si sarebbero volatilizzati. «Sono stati spesi – ha spiegato lo stesso Salvini ieri sera, mercoledì 16 settembre, a Dimartedì su La7 – in anni di iniziative elettorali, corrente elettrica, manifesti, per pagare i dipendenti». In ogni caso, una pagina poco chiara dell’inchiesta aperta dalla Procura di Milano sull’amministrazione delle risorse della Lega, inchiesta che negli ultimi giorni ha portato all’arresto di tre commercialisti del partito. E un fardello quanto mai scomodo per il suo segretario, che se lo è visto sbattere in faccia nel suo breve comizio legnanese a sostegno della candidata a sindaco del centrodestra, Carolina Toia.

Il gesto 23 anni dopo il tricolore di Venezia

legnano comizio salvini palloncini 49milioniIl gesto, leggero come l’elio che riempiva i palloni e nello stesso tempo assai gravoso per l’immagine della Lega, è opera di una legnanese che abita sulla piazza dove si è svolto il comizio, la centralissima San Magno, e il cui balcone si affaccia proprio di fronte al punto dov’era montato il palco degli oratori, Salvini compreso. «Sotto casa – ha postato ieri sui social l’autrice –in questo momento c’è un comizio di Salvini. Il mio balcone» e la fotografia riprodotta qui a fianco. Una sorta di aggiornamento del tricolore che una signora di Venezia appese tanti anni fa al suo balcone davanti a Umberto Bossi. Era il 16 settembre del 1997, giusto 23 anni prima, e il senatùr sbottò con il celebre: «Quel tricolore, signora, lo metta nel cesso». Allora i social non c’erano, mentre la provocazione andata in scena a Legnano tramite essi ha fatto il giro del Paese. Ma ha anche procurato all’ideatrice attacchi e insulti velenosisempre via web.

«Non rinnego nulla, ma basta così»

«Mi ricordo bene del tricolore a Venezia – dice la cittadina legnanese a Malpensa24, che ha scelto di non divulgarne il nome – Non nascondo la mano, ma non voglio rinfocolare le polemiche». Motivo: «Mi stanno arrivando sui social molti insulti – spiega – che, certo, fanno parte del gioco, anche se sono sgradevoli». Quindi, basta così. Nessun ulteriore commento a quel graffio pieno d’aria e pure così cocente per molti.

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