Dermagogia: la caccia al consenso che fa venire l’orticaria

lodi conte salvini draghi
Matteo Salvini e Giuseppe Conte

di Massimo Lodi

Basìti, abbiamo assistito a una delle peggiori sceneggiate di Palazzo degli ultimi anni. Riepilogando. Cinquestelle/Lega, strabattuti alle amministrative, rovesciano sul governo le conseguenze. Sanno d’abbaiare senza mordere, perché a zero finiranno improbabili/retoriche rivendicazioni di propaganda, ma abbaiano egualmente. L’importante è piantare qui e là un tot di bandierine da sventolare agli occhi degl’ingenui.

Siamo realisti: se vuoi mollare Draghi, lo fai senza dirlo. Invece Conte e Salvini, specialmente Conte, lo dicono senza farlo. Un recital già proposto in epoche vicine/lontane: scarsa da sempre l’audience, eppure i due insistono nel copione. Più che i rispettivi partiti, difendono le personali e post-carismatiche leadership, a rischio default. 

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Massimo Lodi

Han sbagliato molto, se non tutto, e rifiutano d’ammettere gli errori. Il metodo, vecchio/inefficace, è scaricare le tensioni all’esterno, e chi se n’importa se: 1) il frangente internazionale resta drammatico; 2) la crisi economico-sociale avanza implacabile; 3) il Covid ha ripreso a infettare e intimorire; 4) gl’italiani chiedono unità anziché litigi, persuasi che in un simile disastro giovi a tutti il buonsenso di ciascuno.

A margine, un curioso effetto collaterale. Oltre che agl’interessi nazionali, Salvini e Conte procurano danno ai propri: dispensano favori in serie a Meloni e Letta, sgomitando per staccarsi (per fare finta di staccarsi) da Draghi in vista del voto 2023. L’idea acrobatica/circense è camminare sul filo del “dentro e fuori” dal governo: spartirsi il potere e al tempo stesso fuocheggiare dalle barricate dell’opposizione. Tanto da immaginare un “appoggio esterno” al premier: dico sì o no alle decisioni ministeriali secondo l’ùzzolo, al fine di guadagnare consenso quando sarà il momento. Mattarella – meno male – ha sventato il progetto del “dissenso di responsabilità”, vecchia e tragica invenzione nel nostro teatro politico permeato di vena farsesca. 

Salite sull’autobus, entrate in un negozio, sedetevi al caffè, prestate orecchio in ufficio, andate dove vi aggrada e sentite chi vi pare: avrete chiaro cosa nel Paese reale si pensa a pelle d’una simile compagnia di giro. Cioè: non se ne può più degli esperti in dermagogia, la ricerca del consenso che fa venire l’orticaria. 

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