Dipendenti comunali in fuga da Busto, il Csa: «Emergenza. Ma le soluzioni ci sono»

BUSTO ARSIZIO – «Personale, siamo in emergenza. Servono più soldi per gli incentivi e qualche limitazione alle mobilità esterne». A dirlo è Angiolino Liguori, coordinatore provinciale del sindacato Csa, che in conferenza stampa, affiancato dalla delegata Elena Maestri, risponde (a distanza) all’assessore alla partita Mario Cislaghi e alla sigla di base ADL lanciando una serie di proposte per risolvere il problema.

Personale ai minimi storici

«Siamo ai minimi storici, 398 dipendenti, non abbiamo mai toccato questi numeri a Busto Arsizio – ammette Angiolino Liguori, sindacalista del Csa – diamo atto al dirigente e all’assessore di aver fatto i concorsi e assunto 49 dipendenti nel 2022, ma quelli andati via sono almeno il 10% in più. Il piatto piange». Insomma, urgono soluzioni, e per Liguori «non è vero che il problema non si può risolvere». Sono due in particolare le ricette del Csa «per fermare l’emorragia».

Primo, programmazione

La prima è la programmazione. Si comincia con l’«analisi in tutti gli uffici per capire, in modo mirato, quali sono le carenze e in quali settori va aumentato l’organico – spiega Liguori – una volta verificate le carenze si possono programmare le assunzioni stanziando i soldi necessari nel bilancio. Ma non ci sono mai soldi sufficienti». Come fare? La legge dice che le risorse da spostare sui capitoli del personale si possono recuperare «dai risparmi derivanti dalla razionalizzazione dei servizi, come era stato fatto da una dirigente nel recente passato, dal risparmio energetico e dai proventi delle sponsorizzazioni».

Secondo, mobilità esterne

La seconda, che lo stesso Liguori definisce «impopolare», è una “stretta” sulle mobilità esterne, con un regolamento ad hoc sul modello di quanto fatto in altri comuni come Novara. «Sia chiaro – premette il sindacalista del Csa – non sono contrario all’istituto della mobilità, ma in queste condizioni non possiamo permetterci il lusso di mandare via chiunque. C’è un’emergenza, bisogna correre ai ripari: se le mobilità creano disagi a chi rimane in un determinato ufficio e deve sopperire alle mancanze di personale, è opportuno soprassedere».

«Serve un regolamento»

La proposta avanzata dalla sigla più rappresentativa tra il personale di Palazzo Gilardoni è «un regolamento che definisca i criteri» per l’accoglimento delle richieste di mobilità, «per verificare se ci sono i presupposti e le motivazioni». Liguori si basa sulla normativa vigente: «Il DL 80 prevede per gli enti locali di non concedere mobilità entro cinque anni dall’assunzione. Il regolamento può stabilire i criteri per dire sì o no, caso per caso. Un regolamento che potrà durare fino a quando ci sarà questa emergenza». I sindacalisti del CSA sanno che non è la panacea: «La vera soluzione sarebbero le assunzioni, e le 49 fatte già non sono poche. Oggi forse con il nuovo contratto nazionale c’è un’occasione in più per valorizzare i dipendenti, con i concorsi interni. Finalmente».

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