«Pochi e pagati meno». La missione di Cislaghi è valorizzare i dipendenti comunali di Busto

L'assessore Mario Cislaghi

BUSTO ARSIZIO – «Personale da valorizzare e da incrementare. Il solo turnover non basta». Parola di Mario Cislaghi, assessore alle politiche istituzionali di palazzo Gilardoni, che fa il punto sulla “squadra” dei dipendenti comunali. Nel 2022 è scesa sotto quota 400, per via di 67 cessazioni (tra pensionamenti, dimissioni e mobilità in uscita) a fronte di 49 nuove assunzioni. Ora i dipendenti in tutto sono 398. E c’è ancora la “scure” dell’ispezione del Mef di più di 15 anni fa che incombe: «I danni li subiamo ancora oggi, in termini di indennità inferiori rispetto alla media dei Comuni» rivela Cislaghi.

Il futuro da costruire

La “macchina” dei concorsi a palazzo Gilardoni va a pieno ritmo, ma ancora non basta. Nel 2022 ne sono stati indetti 7, per un totale di ben 755 candidature valutate, a cui si aggiunge l’ultimo appena bandito per il nuovo comandante della Polizia locale. «E nel 2023 ne faremo ancora» annuncia l’assessore Cislaghi. Il problema, spiega, è che «a Busto, pur avendo una popolazione superiore di qualche migliaio di abitanti, abbiamo circa 150 dipendenti in meno rispetto a Varese. E con le norme attuali, che impongono, anche ad un Comune virtuoso come Busto, una soglia rispetto alla spesa storica per il personale (a Busto è poco al di sopra dei 17 milioni di euro, ndr) che non si può superare, il solo turnover non è sufficiente a coprire le necessità che abbiamo». Anche perché «l’età media del personale comunale è di 55-56 anni, in linea con la media nazionale, ma avremmo bisogno di inserire più forze giovani nella pubblica amministrazione». In parte a compensare ci sono le figure assunte con la Dote Comune (65 nel 2022, saranno 40 nel 2023) e il servizio civile (25): «Ci danno un grosso aiuto, pur essendo mal retribuite» ammette Cislaghi.

Il passato che incombe

E poi c’è ancora la vecchia “tegola” dell’ispezione del Ministero dell’economia e delle finanze, che portò la Corte dei Conti a fare luce su indennità e promozioni, che a quasi 15 anni di distanza dalla chiusura di quella “partita” fa sentire ancora i suoi effetti. «Stiamo lavorando per capire come sbloccare il fondo per la produttività che era stato tagliato per effetto di quell’indagine – rivela Mario Cislaghi – oggi a parità di ruolo, una “posizione organizzativa” (le figure di coordinamento degli uffici, a metà strada tra l’impiegato e il dirigente) a Busto riceve un’indennità annuale inferiore rispetto a quella di Comuni più piccoli come ad esempio Gorla Minore o Marnate, parliamo di un massimo di 10mila euro contro 16mila euro». Con l’effetto che il personale tende a “migrare” dove ottiene condizioni migliori, anche in virtù delle nuove regole che agevolano la mobilità dei dipendenti pubblici. «Nei prossimi anni dovremo fare delle scelte per valorizzare il personale» ne è consapevole l’assessore Mario Cislaghi.

busto arsizio personale Cislaghi – MALPENSA24