Disabilità e lavoro a Varese: da obbligo di legge a opportunità sociale

VARESE – Trasformare un obbligo di legge in un’opportunità di crescita sociale. Questo il messaggio lanciato, forte e chiaro, dalle imprese, dalle Cooperative Sociali e delle istituzioni varesine intervenute nel corso del webinar “Opportunità per l’inserimento lavorativo di persone con disabilità: la Convenzione ex art.14 del D.lgs. 276/2003”, organizzato dall’Unione degli Industriali della Provincia di Varese, da Fondazione Sodalitas, nell’ambito del progetto “Carta per le Pari Opportunità e l’Uguaglianza sul lavoro” e dalla Provincia di Varese

L’inventiva delle imprese

Scopo dell’incontro illustrare, attraverso testimonianze ed interventi di esperti, le possibilità a disposizione delle aziende del territorio con almeno 15 dipendenti per l’assolvimento degli obblighi di assunzione di persone con disabilità, attraverso la stipula di convenzioni con le cooperative a cui affidare commesse di lavoro. Come raccontato dall’esperienza diretta della Cooperativa Sociale San Carlo di Tradate, fondata nel 1984 da un ente parrocchiale con la missione di occuparsi, tra le altre cose, dell’inserimento lavorativo di persone svantaggiate: «Ci siamo posti una domanda, nel momento in cui la crisi e la delocalizzazione delle aziende con le quali lavoravamo in conto terzi, si sono fatte sentire a gran voce: come continuare a dare lavoro alle persone disabili?», racconta Maurizio Martegani, amministratore delegato della Cooperativa tradatese che occupa una cinquantina di persone, la maggior parte fragili e disabili del luogo. La risposta è stata aprirsi a nuove opportunità, perseguendo una proficua e necessaria contaminazione tra profit e non-profit.

Una stireria sociale

«Messi da parte i progetti legati a commesse storiche non più in essere, come il reparto di assemblaggio, poco prima dell’inizio della pandemia abbiamo pensato di dar vita al progetto SocialStireria, ovvero una stireria sociale – spiega Martegani – il vero vantaggio di questa iniziativa, sostenuta da fondi della Provincia di Varese, attraverso gli incentivi e i contributi di Dote Impresa, è poter collegare l’adempimento dell’obbligo di legge ad un servizio di welfare aziendale in regime di defiscalizzazione e di decontribuzione». In altre parole, SocialStireria offre la possibilità ad un’impresa non solo di soddisfare gli obblighi legislativi di assunzione di persone con disabilità, ma anche di attivare un servizio di stireria professionale per i propri dipendenti, aumentando il benessere delle persone in azienda e soddisfacendo, così, alcuni bisogni di conciliazione lavoro-famiglia. «Attualmente la stireria occupa 9 persone, tutte disabili, che possono utilizzare senza alcun problema le macchine addette alle operazioni di stiratura, perché tutte altamente automatizzate», conclude l’ad della Cooperativa Sociale San Carlo.

Sociale al quadrato

Altra realtà attiva in provincia di Varese nel settore sociale è Naturcoop, cooperativa di Somma Lombardo fondata nel 1986 con l’obiettivo di offrire una risposta ai bisogni territoriali, trasformando le situazioni di disagio in vantaggi per l’intera comunità. «Aziende, persone e territorio: questo il minimo comun denominatore di tutte le nostre iniziative. Dalla nostra nascita abbiamo aiutato ad inserire nel mondo del lavoro 549 persone e solo nel 2022 da gennaio ad oggi, abbiamo erogato 1.953 ore di formazione che riteniamo fondamentale per aiutare ogni individuo, abile o meno abile, a tirar fuori le proprie capacità nascoste»: queste le parole di Paolo Cova, vicepresidente e direttore della cooperativa attiva nella gestione del verde e del littering cittadino, nella sanificazione, nelle pulizie civili e industriali, nella sentieristica e, ovviamente, negli inserimenti lavorativi. Al centro dell’attenzione di Naturcoop c’è il Progetto Sociale², idea nata con una modalità innovativa, in risposta alle necessità delle aziende di adempire al collocamento obbligatorio, che coinvolge l’Ufficio Marketing e le Risorse Umane aziendali in progetti di responsabilità sociale e, insieme, di tutela e valorizzazione del territorio. «Il tutto è partito dalle piste ciclabili, di cui la provincia varesina è ricca, ma che purtroppo non versavano in condizioni ottimali. Ci siamo accorti che molti Comuni, per esempio per il taglio dell’erba sulle rotonde cittadine, erano sostenuti da alcune aziende in qualità di sponsor. Così ci è venuta l’idea di riproporre lo stesso schema anche sulle piste ciclabili e siamo andati alla ricerca di sponsorizzazioni», racconta Cova. Il risultato di questa operazione sono stati 120 km di sentieri trattati con un sistema di georeferenziazione, 2 persone con disabilità psichica assunte e la riqualifica, anche a fini turistici, di un territorio ad alto valore naturalistico. «Sociale al quadrato proprio perché agli inserimenti lavorativi si affianca una ricaduta che interessa tutta la provincia – precisa il vicepresidente della cooperativa sommese – sono 15 le convenzioni che abbiamo stipulato con le aziende, che hanno portato all’inserimento lavorativo di 23 persone disabili, mentre i Progetti Sociali² sono 7 per altrettante realtà ed oltre alla manutenzione delle ciclabili varesine, hanno riguardato, per esempio, la sanificazione delle Croci Rosse durante la pandemia, attività sponsorizzata da Amazon».  

Insieme al Parco

Un progetto che, invece, ha visto unire le forze di Naturcoop e la catena di supermercati Tigros Spa, è quello che ha coinvolto il Parco Regionale del Campo dei Fiori. «Si è trattato di un caso win-win, ovvero in cui tutti hanno vinto perché questa progettualità ci ha permesso di legarci ancor più al territorio in cui siamo nati e che ci sta molto a cuore e allo stesso tempo di dare a delle persone svantaggiate una collocazione, facendole assumerne dalla Cooperativa», spiega Mariaveronica Orrigoni, amministratore delegato di Tigros che con i suoi 3.000 dipendenti divisi in 8 province e 42 store non ha mai avuto problemi a collocare personale per adempiere agli obblighi legislativi. «La motivazione principale che ci ha spinto a collaborare con Naturcoop è la responsabilità sociale, da sempre per noi una priorità – aggiunge Orrigoni – con il progetto del Campo dei Fiori siamo riusciti a mettere a frutto al meglio le competenze delle persone non spendibili in una realtà come la nostra: è stata una vittoria sia dal punto di vista sociale sia ambientale. Un progetto molto soddisfacente che vorremmo replicare in futuro».  

Varese best practice nazionale

Tutte modalità nuove ed innovative per attuare gli obblighi istituzionali, come precisato da Cristina Marcora, responsabile Area Mercato del Lavoro di Univa: «La convenzione rappresenta uno strumento di bilanciamento tra l’opportunità di inserimento lavorativo di persone con disabilità e l’assolvimento degli obblighi occupazionali da parte dei datori di lavoro. Le testimonianze di casi concreti mostrano la declinazione tutta varesina di questo strumento che, come Unione Industriali, abbiamo contribuito a definire nella sua nuova veste, in sede di rinnovo della convenzione». Del medesimo avviso è Simone Longhini, consigliere con delega al lavoro della Provincia di Varese: «La nostra provincia è piena di esempi virtuosi in tema di inclusività: è una tematica di assoluto interesse per il tessuto economico. È stata colta una necessità diffusa e le progettualità di sostegno e supporto al territorio che non sono scaturite, sono la dimostrazione di come sia possibile fare rete tra enti, imprese ed associazioni». Luca Maria Recalcati, consigliere responsabile Area Lavoro di Fondazione Sodalitas ribadisce l’importanza di capire le potenzialità delle persone per creare opportunità per loro stesse ma anche per le imprese: «Nata nel 1995 su iniziativa di un primo gruppo di imprese e manager volontari, Fondazione Sodalitas è diventata un’organizzazione di riferimento in Italia nel promuovere la sostenibilità d’impresa. Tra i progetti portati avanti c’è la Carta per le Pari Opportunità e l’Uguaglianza sul lavoro, una dichiarazione sottoscritta volontariamente da imprese e altre organizzazioni di tutte le dimensioni, per la diffusione di una cultura aziendale e di politiche delle risorse umane inclusive, libere da discriminazioni e pregiudizi, capaci di valorizzare i talenti in tutta la loro diversità». 

I casi virtuosi

Molti i casi virtuosi nella provincia all’ombra delle Prealpi, nonostante la disciplina di queste tipologie di convenzioni non sia di immediata comprensione. A fare una panoramica sulle novità normative relative all’ex art.14 è Fabrizio Simonini, responsabile Ufficio Collocamento Mirato Disabili della Provincia di Varese: «L’articolo 14 del D.lgs 276/03 prevede che i servizi competenti stipulino una convenzione quadro territoriale con le associazioni di rappresentanza dei datori di lavoro, dei lavoratori e delle cooperative per definire le condizioni di attuazione. Importante segnalare che le convenzioni singole hanno durata pari al contratto di affidamento della commessa e comunque non inferiore a 12 mesi e non superiore a 5 anni, eventualmente rinnovabili». Inoltre, le aziende aderenti ad associazioni di rappresentanza firmatarie della convenzione, tra cui Univa, possono beneficiare in fase di prima attivazione della convenzione, di coperture più alte degli obblighi di riserva. In altre parole, l’obbligo di un’azienda con questo strumento diventa una sfida condivisa a livello locale da più attori: questo il vero valore aggiunto dello strumento.  

Il ruolo del promotore Legge ‘68

Non è facile, tuttavia, per le imprese districarsi tra le molte novità normative e le opportunità che le nuove leggi mettono sul piatto. Per questo motivo, su sollecitazione di Regione Lombardia, nella nostra provincia è nata la figura del Promotore Legge ‘68, un supporto per le aziende e le persone disabili. Ruolo che ricopre Anna Sculli: «Siamo partiti da due riflessioni: da una parte capire quello che le aziende richiedono e dall’altra quello che la disabilità presenta. Negli ultimi anni l’evoluzione del mondo del lavoro è stata incalzante. Il che ha portato ad un’inevitabile complicazione del lavoro stesso e delle mansioni, con una conseguente riflessione su cosa fosse o meno opportuno fare per quanto riguarda l’inserimento lavorativo di persone con disabilità». Il ruolo del promotore ha questo obiettivo: aiutare le aziende a riflettere su cosa è possibile fare e quali strumenti utilizzare, illustrando vantaggi e presentando le opportunità delle cooperative, accompagnando ad una scelta più opportuna e adeguata.   

Lo studio accademico

Adapt, centro studi che si occupa di approfondire le tematiche legate al mondo del lavoro, ha individuato tra le sfide maggiori per la società e il mondo del lavoro del futuro la vulnerabilità, la diversità e l’inserimento lavorativo di persone diversamente abili. Come racconta Maria Sole Ferrieri Caputi, ricercatrice del Laboratorio Adapt vulnerabilità e diversità: «Abbiamo deciso di avviare una comunità pratica di approfondimento e di studio. Un luogo non fisico ma online che raggruppa professionisti impegnati nell’inserimento lavorativo dei disabili. Abbiamo provato, quindi, ad instaurare quella condivisione necessaria per far funzionare al meglio lo strumento dell’articolo 14. Che coinvolge diversi attori. Entrando nella community si ha la possibilità di confrontarsi con casistiche del territorio, ponendo quesisti normativi, in una logica di formazione diversa da quella classica fatta in aula».