Elezioni, ciellini divisi in tre: Cattaneo fuori dai giochi. Nel centrodestra è lite

VARESE – A un passo dal fare tombola. Proprio come quando manca un solo “maledetto” numero da estrarre per completare la cartella e fare bingo. Numero che però, alla fine, non esce. Raffaele Cattaneo, dopo il primo turno, era davvero a un soffio dal diventare il vincitore politico di questa tornata elettorale. Con un uomo (potenzialmente) in consiglio a Busto Arsizio, uno eletto a Gallarate e con la possibilità di “strappare” un assessorato e due candidati in attesa di entrare in consiglio a Varese qualora avesse vinto Matteo Bianchi.

I conti senza l’oste non tornano

Ma nella roulette elettorale la pallina ancora in pista nella Città Giardino si è fermata sul “rouge”. E con la riconferma di Davide Galimberti il piano (quasi) perfetto del leader varesino di Noi con l’Italia e di Comunione e Liberazione è andato a carte e quarantotto. Risultato: fuori a Busto, poiché Forza Italia ha rinunciato all’assessorato e confermato i due eletti in consiglio tagliando fuori il ciellino Paolo Genoni; zero assessori a Gallarate, dove già qualche giorno fa il sindaco Cassani aveva lasciato intendere di non voler fare posto in giunta a Donato Lozito, e zero consiglieri a Varese, poiché la sconfitta di Bianchi ha congelato a tre degli eletti nella lista Varese con Bianchi. Ovvero: Mimmo Esposito e Simone Longhini (Forza Italia) e Luca Boldetti, ex Lista Orrigoni e sostenuto in questo giro da Enrico Angelini e Mauro Pramaggiore, esponenti di Cl, ma non affini a Cattaneo. Insomma, una scoppola per l’assessore regionale. Soprattutto se si pensa al fatto che Cielle potrebbe avere in giunta un punto di riferimento (forse due – Malerba), Guido Bonoldi (oltre a Nicoletta San Martino in consiglio) ma nella compagine di Davide Galimberti.

La tombola mancata

E’ chiaro che il mancato filotto ha dato la stura a commenti e ragionamenti. Ma anche alla rabbia di Raffaele Cattaneo, il quale, dicono i ben informati, nell’incontro tra i provinciali del centrodestra pare abbia frizionato mica da ridere con il commissario leghista Stefano Gualandris. “Un confronto schietto”, dice qualcuno cercando (senza smentire) di sminuire il botta e risposta.

Qualcuno, lontano dai microfoni accesi, parla di ragionamenti che suonano come minacce di “ritorsioni politiche sullo scacchiere provinciale”. Perché se è vero che la truppa degli uomini di Noi con l’Italia nelle grandi città è stata ridotta al lumicino da questo giro elettorale, è anche vero che l’assessore ciellino, sparsi qua e là, nei Comuni di seconda e terza fascia, può contare (o poteva contare) su una serie di consiglieri comunali. Che, ma qui servirebbe la calcolatrice (oltre alla certezza di fedeltà ora che i pesi sono cambiati), potrebbero incidere in un’elezione di secondo livello come le provinciali, dove nel 2018 l’assessore regionale aveva piazzato in consiglio il suo fedelissimo Mattia Premazzi. Elezioni che dovrebbero essere convocate a dicembre, prima di Natale. Riflessioni che però avrebbero innescato la dura reazione di Gualandris.

Ma c’è anche chi legge il risultato come un segnale di Comunione e liberazione a quello che, fino a prova contraria, è considerato il leader di tutto il movimento varesino. Vero? Falso? Lo si vedrà più avanti. Al momento però, per quanto riguarda Varese la situazione vede in consiglio “due” delle tre anime di Cl, ovvero Guido Bonoldi e Luca Boldetti (sostenuto come detto sopra da Angelini) con quella di Cattaneo unica “fuori dai giochi”.

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