Busto, Gallarate e Varese: Cl di Raffaele Cattaneo a un passo dal fare bingo

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Giovanni Chiodi, segretario Nci Varese e Raffaele Cattaneo

VARESE – La corsa per il sindaco di Palazzo Estense entra nel vivo. La competizione è ancora aperta, ma nei partiti c’è già chi tira le prima somme. Certo il quadro a Varese città è ancora da completare. però nel panorama provinciale si può già delineare chi ha vinto e chi ha perso. E uno dei vincitori, sul piano politico, di questo turno amministrativo è sicuramente Raffaele Cattaneo e Noi con l’Italia, il quale può già mettere nel carniere una serie di scelte azzeccate. E attendere l’esito del ballottaggio nella Città Giardino e le decisioni sulle giunte di Busto e Gallarate, dove a quel punto potrebbe fare bingo.

Dove Cattaneo ha già vinto

Raffaele Cattaneo può dire di avere già vinto (o aver contribuito alla vittoria) a Castellanza, Fagnano Olona e Cislago. Tre Comuni sotto i 15 mila abitanti dove i confini tra centrodestra e centrosinistra non sono sempre ben definiti per via dell’abito civico che spesso “indossano” le liste. Nel dettaglio: a Fagnano Olona è stato eletto sindaco Marco Baroffio con la civica Siamo Fagnano. Formazione che non ha riferimenti partitici, ma conta esponenti di Comunione e liberazione vicini proprio al leader di Noi con l’Italia. L’altra anima del voto cattolico di Cl, infatti, si è schierata con quel che è rimasto del centrodestra unito fagnanese (Forza Italia e Lega), che ha perso.

Anche a Castellanza, nella lista del sindaco Mirella Cerini ci sono esponenti che fanno riferimento a Cattaneo, mentre a Cislago, dove la geografia del centrodestra è frammentata, ha vinto Stefano Calegari, sostenuto più o meno ufficialmente da Noi con l’Italia.

Busto, Gallarate, Varese e il bingo di Cattaneo

E se nelle realtà piccole l’appartenenza partitica è cosa “da addetti ai lavori” e vale solo sui tavoli politici provinciali, nelle tre grandi città le “targhe” contano e le cose cambiano. O meglio potrebbero cambiare e, per Noi con l’Italia, in meglio. A partire da Busto, dove il primo dei non eletti nella lista di Forza Italia è l’Nci Paolo Genoni (209 preferenze),  e che potrebbe entrare in consiglio nel momento in cui Laura Rogora dovesse venire nominata assessore (passaggio non scontato, perché di lei si parla come futura presidente dell’assise civica). Per poi passare a Gallarate, dove gli uomini di Cattaneo erano schierati con il Centro popolare di Donato Lozito. Lista che ha cubato il 3,6%, l’elezione di un consigliere (Luigi Galuppi con 158) e, Cassani sta valutando, un posto da assessore.

Ma la cosa più interessante resta Varese. Al momento Noi con l’Italia conta due candidati consiglieri nel limbo: i ciellini Giorgio Reggiori (295 preferenze) e Daniela Guffanti (262 preferenze). I quali entrerebbero nel consiglio di Palazzo Estense solo in caso di vittoria di Matteo Bianchi. Anzi, il candidato sindaco del centrodestra ha persino lasciato intuire che, con lui in fascia tricolore, Daniela Guffanti potrebbe essere la sua vice. Lasciando da parte i mal di pancia che tale ipotesi ha creato in Forza Italia, ma anche in Fratelli d’Italia, il dato politico che emerge, considerando piccoli e grandi Comuni, è che Cattaneo ha pilotato la “piccola flotta” di Noi con l’Italia fiutando più l’aria politica che la rotta del centrodestra. Come invece ha fatto Forza Italia, la sua più vicina alleata e che ha spesso pagato dazio pur di non mettere in discussione l’unità di coalizione. E confermando quello che in occasione di una recente visita elettorale nel Varesotto disse il maggiorente nazionale di Noi con l’Italia Maurizio Lupi: «Noi qui a Varese abbiamo Raffaele Cattaneo, al quale non bisogna certo insegnare come si guida un partito e si fa politica”. Vero, ma tutto questo dipende dalla vittoria del centrodestra. Altrimenti, la tombola sfuma e rimane a bocca asciutta.

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