Elezioni Provincia: Antonelli deve decidere, ma tiene tutti sulle spine

province voto delrio
Emanuele Antonelli, sindaco di Busto e presidente della Provincia di Varese

VARESE – Il presidente Emanuele Antonelli convoca o non convoca le elezioni provinciali per eleggere il suo successore? Ma soprattutto: si ricandida per Villa Recalcati, o passa la mano? Sono questi i quesiti che da qualche settimane girano a palazzo, ma anche lungo i corridoi della politica. Del resto molte cose, e non certo dettagli, potrebbero cambiare a seconda delle mosse che farà Antonelli. Per ora però, quasi tutto tace.

Tagliare fuori più pretendenti possibili

Alla poltrona presidenziale possono ambire solo i sindaci che hanno davanti a sé almeno diciotto mesi di mandato. E quindi la data di convocazione prima dei comizi elettorali e poi del giorno delle elezioni diventa fondamentale. Il termine per tenere in gioco il maggior numero di sindaci è fissato, raccontano gli insider, per il 18 ottobre, con chiamata alle urne il 27 novembre. Entro questi due termini i sindaci potenzialmente candidabili sarebbero più di 80.

Certo, non tutti sono interessati alla partita, ma tra questi ci sono due nomi pesanti e che nei rispettivi ambienti politici hanno manifestato l’ambizione di scendere in campo. Ovvero: Mattia Premazzi, primo cittadino di Venegono Inferiore ed esponente di spicco dei civici di Eupolis e Mirko Reto, sindaco leghista di Casciago. La loro candidabilità però è nelle mani di Antonelli, il quale potrebbe anche decidere di fare piazza pulita da concorrenti scomodi. Perché?

Si ricandida? Forse… sì

Il primo motivo che salta in mente è che mettendo fuori gioco l’uomo dei civici di Marco Colombo e Giorgio Ginelli, Antonelli avrebbe “campo libero” per tentare il mandato bis. Ragionamento che può stare in piedi dopo aver lasciato passare (o aver visto sfilare) il treno per Roma e avere (al momento) poche chance per correre alle regionali del 2023. Insomma Villa Recalcati, per quanto il ruolo sia meno prestigioso da quando la Delrio ha azzoppato l’ente, darebbe al sindaco di Busto una vetrina politica più ampia. Non solo: Fratelli d’Italia, partito con il vento poppa, ammainerebbe a malincuore la bandiera di Giorgia Meloni dal palazzo più bello che si affaccia su piazza Libertà.

Questione di tattica

Ma c’è anche chi è convinto del fatto che il sindaco di Busto sia pronto a passare la mano. «Il suo nome è lì sul tavolo ma per coprire la corsa di qualche altro sindaco», spiega un esponente del centrodestra. E qui si apre una doppia possibilità. Da un lato Pietro Zappamiglio, sindaco di Gorla Maggiore e responsabili degli Enti locali del Sud della provincia di Forza Italia e dall’altro Marco Magrini, esponente civico (non di Eupolis) con alle spalle una lunga esperienza politica che gli sta suggerendo un profilo a fari spenti. Non bisogna dimenticare, infatti, che Zappamiglio continua a essere un nome gradito anche oltre Forza Italia, soprattutto qualora venisse “fatto fuori” Reto e che Magrini ha un rapporto di stima reciproca con l’attuale presidente della Provincia.

Il pallino

Insomma il pallino in questo momento è nelle mani di Antonelli. E si deve anche tenere conto del fatto che, trattandosi di elezioni di secondo livello, i conti sono semplici da fare, ma la geografia politica non è quella uscita dalle urne di settembre 2022. Oltre al fatto che nelle poche segrete cabine delle provinciali si possono verificare alleanze trasversali e perfino anomale. Certo è che sforare i termini sopra citati vorrebbe dire sparigliare le carte, ma anche far girare gli zebedei a buona parte dell’elettorato politico che voterebbe di conseguenza.