Emanuela Quintiglio lascia Lombardia Ideale. «Obbligata a farmi da parte»

VARESE – Volano stracci in Lombardia Ideale. Il sindaco di Viggiù Emanuela Quintiglio, prima dei non eletti della lista del presidente Fontana alle scorse regionali, annuncia la sua uscita dal movimento guidato dal varesino Giacomo Cosentino. «Mi è stato detto di farmi da parte – denuncia Quintiglio con una nota ufficiale Molto dura – solo dopo i risultati ho capito che i prescelti erano altri».

Dura reazione

Parole colme di delusione quelle scelte dal primo cittadino di Viggiù per spiegare i motivi del suo abbandono. Una dura reazione da parte di Emanuela Quintiglio, che nei giorni scorsi era in odore di ricevere una delega da Marco Magrini che invece non si è poi concretizzata. «Continuerò a fare il consigliere provinciale (senza deleghe con l’attuale presidenza)», scrive in un passaggio della sua nota (che segue qui sotto), in cui ringrazia la sua Viggiù per la fiducia, rivolta alla persona prima ancora che alla lista. Risultato per il quale spiega di non ricevuto gratificazioni. «Non ho conquistato un posto in squadra e sono stata cacciata dalla panchina: il perché spetta ad altri spiegarlo». Alle scorse regionali Emanuela Quintiglio ha ottenuto 943 preferenze, seconda solo alle 1.304 di Giacomo Cosentino e precedendo Stefano Clerici (672) tra i candidati varesini di Lombardia Ideale. Quintiglio, sul passaggio dei prescelti, non fa nomi ma c’è chi sussurra (tra i prescelti) il nome di Stefano Clerici legato a Giacomo Cosentino da una lunga amicizia e militanza politica.

Disegni politici

Dopo più di un mese dalle elezioni regionali che mi avevano vista candidata nella lista (Lombardia Ideale) a sostegno del Presidente Fontana, è il momento di racconti, bilanci e riflessioni. Lo devo a quanti mi hanno dato fiducia esprimendo la loro preferenza per la mia persona, lo devo, soprattutto, ai miei concittadini che hanno compreso il mio mettermi in gioco, sostenendomi con grande partecipazione.
In molti abbiamo osservato come all’indomani dell’ottimo risultato ottenuto, in generale dalla Lista di Lombardia Ideale (primo partito a Viggiù), ed anche mio personale (prima dei non eletti a Varese) non sia giunta alcuna, seppur marginale, nota di elogio, nemmeno un mesto grazie, né a me né al nostro territorio.
Anzi!
Dal very next day mi è stata, senza mezzi termini, palesata l’urgenza che mi facessi subito da parte per “gli errori commessi” e per, non meglio specificati (o, almeno, da me non compresi), disegni politici superiori. Peccato che questi disegni siano emersi a urne chiuse e a risultato ottenuto, peccato che questo nuovo disegno non ha alcuno dei tratti che aveva quello con me condiviso prima, quando – prima appunto – il risultato ancora non era certo, quando gli elettori andavano ancora incontrati e convinti, quando serviva un volto di donna che si spendesse in prima persona per arrivare secondo e stare in panchina ma lì, pronta ad entrare in campo con l’obbiettivo (così era stato fatto credere a me e a molti altri dei nostri) di voler far crescere il movimento varesino lavorando per conquistare due nomine.

Altri i prescelti

Più che lecito concludere che, in verità, l’obiettivo che avevano dato a me (ed illustrato al gruppo) fosse solo di facciata perché la meta, quella reale, quella che prima non si poteva dire era ben altra, altri i prescelti. Ho così imparato, a mie spese, che le scelte, in verità, spettano solo a un direttivo di livello superiore che non ha (e, a mio giudizio, non vuole) relazione diretta o condivisione con la c.d. base a cui, in buona sostanza, si chiede sic et simpliciter di allinearsi.
Qualcuno potrà replicare che, accecata dalla mia (presunta) ambizione o verde di rabbia per non aver ottenuto una poltrona, io stia, in realtà, raccontando un film che non è mai stato girato: non importa.
I burattinai hanno tirato le loro fila, io c’ero, ho visto, sentito e vissuto tutto e questo basta e avanza per la mia coscienza, non mi interessa raccontare (o dimostrare) i pruriginosi dettagli di una deludente vicenda.
Importante, invece, tornare a ringraziare a gran voce tutti quelli che dal nord al sud della provincia (amici, colleghi amministratori, concittadini ecc), hanno creduto in me come persona prima che alla lista che mi candidava. Un grazie speciale e immenso al mio territorio, alla “mia” Viggiù che, con me, ci ha creduto davvero.

Cacciata dalla panchina

Il mio unico obiettivo, avessi avuto la possibilità di entrare in Consiglio Regionale, era quello di fare, essere la voce dei cittadini e dare risposte; le “poltrone” o gli “incarichi” più o meno remunerati, ci crediate o no, non li ho mai chiesti e non mi interessano.
Riassumendo, non ho conquistato un posto in squadra (come prevedibile) e sono stata cacciata dalla panchina (sorpresa inaspettata!): il perché spetta ad altri spiegarlo.
Per parte mia, continuerò a fare il Sindaco e il Consigliere Provinciale (senza deleghe con l’attuale presidenza) con lo spirito che l’amico fraterno Antonio Banfi mi ha trasmesso, ma – pur restando immutata la stima da sempre nutrita per il Presidente Fontana – non appartenendo più a “Lombardia ideale” perché non rappresenta più in alcun modo i miei valori, e soprattutto è quanto di più lontano io possa immaginare dal mio modo d’intendere la Politica che per me si declina in Amministrare, ovvero Fare per tutto il territorio e non per gli interessi di pochi.
Sono convinta, restando sempre fedele a me stessa, di essere dalla parte giusta, il resto è rumore di fondo che non ascolto.