Fagnano, il capannone alto come un palazzo di 9 piani agita la maggioranza

fagnano castello

FAGNANO OLONA – E’ un capannone di 27 metri, già battezzato negli ambienti politici come “la torre” ad agitare Più Fagnano. In due parole: si tratterebbe dell’ampliamento di una realtà industriale che da sempre è insediata in paese e ora ha necessità di nuovi spazi. Ma a destare più di una perplessità è proprio la mole dell’intervento che “insiste” su una zona residenziale. Tanto più che a occhio e croce il nuovo capannone, che dovrebbe sorgere su un’area libera tra via Fratelli Cervi e via Marsala, diventerebbe l’edificio più alto di Fagnano, poiché per verticalità lo si potrebbe paragonare a un palazzo di nove piani.

La torre che pende prima di essere eretta

Al momento dell’intervento se ne parla. Ma, in tutto l’arco politico comunale, la discussione vera e propria è per ora confinata dentro il recinto della maggioranza; anche perché del progetto si sa ancora ben poco. A tenere banco sono quei 27 metri che incomberebbero sulle abitazioni vicine e che, qualora calati nel contesto urbanistico, avrebbero un impatto importante. Seppur mitigato con soluzioni, a quanto pare, tutte al vaglio. Ma, più che i dettagli tecnici del capannone, dal Castello trapelano le posizioni politiche delle varie anime della maggioranza che sulla questione si è già riunita e, dicono i ben informati, differenziata. Tra favorevoli, contrari e dubbiosi: una geografia piuttosto complessa e che, letta in controluce, lascia intendere posizioni di fatto calcificate all’interno della maggioranza. Ma anche nuovi distinguo.

Una maggioranza, tante anime

Tra i favorevoli all’operazione, raccontano alcuni ben informati, ci sono il sindaco e Fratelli d’Italia. Gruppo che qualche mese fa, proprio per rafforzare la presenza in maggioranza e distinguersi da una Forza Italia riottosa, ha dato vita a un “sotto gruppo” sempre nel perimetro di Più Fagnano. Dubbioso, anche se non ha facoltà di voto perché esterno, pare essere (secondo le voci) l’assessore ai Lavori pubblici Gigi Rosa. Il quale, da quando ha messo piede al Castello, da un lato si è trovato sul groppone una serie di problemi non di poco conto da risolvere e dall’altro la pressione, psicologica e politica, di spingere sul pedale dell’acceleratore per far partire progetti pronti, ma arenati in un pantano di parole e polemiche.

Non del tutto in linea, è anche questa sarebbe una notizia, il capogruppo leghista di Più Fagnano Fabio Beltemacchi, il quale pare abbia chiesto di temporeggiare per approfondire l’intera questione. Perché è vero che il nuovo capannone rientra nel più ampio discorso economico e lavorativo in un momento in cui chi investe dimostra coraggio e concreta volontà di non arrendersi alla crisi, ma non è del tutto falso che un’opera del genere va a toccare equilibri urbanistici e il vivere di chi in quella zona ha investito soldi per comprare casa. E Beltemacchi non sarebbe l’unico leghista in stand by.

Resta quindi Forza Italia. Che pare sia ormai in riunione quasi permanente e non solo sulla torre di via Fratelli Cervi. Ad agitare i pensieri dei berlusconiani, infatti, c’è sempre il trasloco in Geasc. Altra questione che, dopo una tremenda accelerazione, è planata nel dimenticatoio. Ma è proprio tra gli azzurri che ci sono le perplessità maggiori. Al momento ancora subacquee, anche perché un’eventuale presa di posizione nettamente contraria avrebbe un effetto dirompente su una maggioranza che ha la stessa solidità di uno Swarovski.

Al netto delle posizioni specifiche, che la politica fagnanese ha insegnato essere mutevoli nel volgere di pochissimo tempo e quindi affidabili e scientifiche come le divinazioni degli antichi vati, resta il fatto che ancora una volta la maggioranza rischia di avvitarsi su stessa, in preda polemiche più o meno furiose e alla paura di arrivare a un irrimediabile e sciagurato punto di rottura.