Fagnano, in Comune con le pecore per il reddito di cittadinanza: Tandurella a processo

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FAGNANO OLONA – Maglia nera, pantaloni neri, camicia a scacchi sul grigio azzurro legata in vita e crocifisso bianco-blu di plastica al collo. Grandi lamentele in corridoio in tribunale a Busto Arsizio da parte di Nicolò Tandurella, pastore e agricoltore piuttosto conosciuto, pluripregiudicato e noto per furti di bestiame e aggressioni nelle zone agricole di Fagnano dove era abituato a lasciare maiali, mucche e pecore liberi di pascolare nei campi (seminati) altrui.

Il gregge davanti al Comune

Oggi, venerdì 7 giugno, Tandurella era a processo per interruzione di pubblico servizio davanti al giudice monocratico del tribunale di Busto Arsizio Francesca Roncarolo. L’udienza è stata rinviata al 10 gennaio dell’anno prossimo quando saranno ascoltati i due testi dell’accusa, oltre all’imputato qualora volesse rendere esame. Non è escluso che in quella sede il processo possa essere già discusso.

Galline maiali

I fatti contestati a Tandurella, che all’attivo ha altre denunce per furto di galline, malgoverno di animali, i suoi maiali lasciati liberi avrebbero creato danni ad altri agricoltori, e che qualche mese fa è stato persino incornato da un proprio toro lasciato allo stato brado, risalgono al 2019. All’epoca il pastore “parcheggiò” il proprio gregge di pecore davanti al Castello di Fagnano. Motivo del singolare sit-in, secondo l’accusa, una protesta messa in atto per ottenere la documentazione necessaria alla richiesta del reddito di cittadinanza. Il sindaco di Fagnano Marco Baroffio si è costituito parte civile per conto del Comune.

L’imputato nega

Con pecore e capre al seguito, Tandurella è anche riuscito ad accedere al cortile del municipio, ma lì è stato bloccato dalle forze dell’ordine e dagli uomini della polizia locale. Il pastore, così raccontarono le fonti amministrative all’epoca, pare stesse protestando per poter ottenere un documento utile alla richiesta del reddito di cittadinanza. Protesta che a quanto pare non avrebbe alcuna ragione dal momento che gli uffici comunali avevano già espletato tutte le procedure di propria competenza. L’imputato rigetta ogni accusa: il gregge si fermò il quel punto per pura casualità. A gennaio la discussione del processo.

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