Fico (M5S) a Varese: «Con l’autonomia differenziata l’Italia andrebbe nel caos»

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Da sinistra Maria Angela Danzì, Roberto Fico e Luca Paris

VARESE – «L’autonomia differenziata minerebbe nel cuore la nostra Repubblica, non è una questione di nord e sud. È una legge che non c’è da nessun’altra parte del mondo». Lo ha detto Roberto Fico, ospite d’onore dell’incontro pubblico sul tema organizzato dal Movimento 5 Stelle al Salone Estense questa sera, martedì 31 ottobre, con la presenza di rappresentanti delle istituzioni e dei sindacati. Altri temi toccati dall’ex presidente della Camera (nel video qui sotto l’intervista) la legge di bilancio, l’alleanza col Pd e la situazione internazionale.


Modello Calderoli bocciato

Fico arriva a Palazzo Estense insieme all’europarlamentare Maria Angela Danzì, che ha promosso l’incontro, e al consigliere varesino Luca Paris, che lo scorso settembre ha presentato una mozione sul tema, approvata dall’assise civica. Entra subito nel cuore della serata, il disegno di legge Calderoli sull’autonomia differenziata. «Andrebbe chiamata “regionalismo differenziato”, perché autonomia sembra in sé una bella parola, ma se la applichi alle regioni e al regionalismo differenziato capiamo che potrebbe essere un’Italia gettata nel caos. In un mondo in cui l’impresa agisce sul mercato globale gli imprenditori si troverebbero ad avere condizioni diverse nel loro stesso paese da una regione all’altra. Sarebbe una maggiore burocrazia e una minore efficienza». Per Fico non sarebbe solo un problema per le aziende, ma per tanti settori diversi. «Per la scuola ad esempio se avochiamo ad ogni regione l’istruzione avremmo un’identità nazionale molto diversa. Può esistere il federalismo ma non il regionalismo differenziato dove ognuno fa come gli pare». Ora il provvedimento è in Senato in commissione: Fico ricorda che dalle audizioni sono giunte pareri contrari, in particolare in merito agli equilibri di bilancio. «Le regioni più ricche diventerebbero ancora più ricche e quelle già in difficoltà lo sarebbero ancora di più». Maria Angela Danzì ha invece portato il suo punto di vista da europarlamentare. «In Europa si sta ragionando su come fare delle politiche comuni, a partire dalla salute. Qui in Italia invece si vuole andare in una direzione completamente opposta».

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Bilancio, alleanze e salario minimo

Ma non c’è solo l’autonomia differenziata al centro dei temi affrontati da Fico e Danzì. Inevitabile soffermarsi sulla legge di bilancio. «Non c’è una visione, ma solo la necessità di rimanere a galla», ha detto l’ex presidente della Camera, mentre l’europarlamentare ha parlato di una manovra che «non dà indirizzo alla politica del paese, e ancora una volta si continua a tagliare sui comuni». Sull’alleanza con il Pd invece Fico esprime la posizione del movimento. «Il nostro mantra è che dove ci sono programmi seri e organizzati e si può fare una coalizione per favorire i cittadini noi ci siamo. A Napoli, la terza città d’Italia, stiamo governando insieme. Dove deve essere un’idea di campo largo dove c’è tutto e il contrario di tutto invece a noi non interessa. Ci interessa costruire un’alternativa credibile nei comuni e alla destra di questo paese. Va costruita su basi solidi e programmatiche e su idee comuni. Il salario minimo è uno di questi: la destra attacca i poveri e non cerca di contrastare la povertà».


Quadro tragico

C’è poi sullo sfondo la situazione del Medio Oriente, lo scorso sabato al centro di una manifestazione anche a Varese. «Il quadro internazionale è tragico – sottolinea Fico – c’è chiaramente condanna totale per le aggressioni di Hamas, ma a un atto così vile non si può rispondere con un’aggressione così sconsiderata, forte e trasversale nella Striscia di Gaza che coinvolge tutta la popolazione. È contro ogni logica di diritto internazionale quello che Israele sta facendo a Gaza. Uccidere bambini, uomini e donne che non c’entrano niente con Hamas diventa, se i numeri verranno confermati, una sorta di possibile nuovo genocidio. La scelta pilatesca dell’Italia di astenersi all’Onu è una decisione vergognosa. A differenza di ciò che dice Netanyahu non è una guerra del bene contro il male e non è una guerra in nome di tutta l’umanità».

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