GALLARATE – Si terranno sabato 24 febbraio alle 10.30, nella chiesa di San Maurizio Canavese nel Torinese, i funerali di Alessandro Fiorito, il pilota di Gallarate precipitato mercoledì con la tuta alare dalla parete del Forcellino nel Lecchese.
L’ultimo saluto
Il 62enne era nato e cresciuto a San Maurizio Canavese, dove ancora vive la madre e i suoi fratelli. E’ proprio lì, a due passi dall’aeroporto di Torino Caselle, che aveva sviluppato l’amore per il volo fino a farlo diventare una professione. Con Air Europe prima e con Air Italy subito dopo, compagnie aeree che a Gallarate avevano la loro base operativa, diventò uno dei comandanti più giovani d’Italia. Ma il volo ce l’aveva nel sangue ed era molto più di un lavoro. Paracadutista con oltre 40 anni d’esperienza, in Italia è stato negli Anni Ottanta anche un pioniere del bungee jumping – il lancio con la corda elastica – e dell’utilizzo della tuta alare, la più grande invenzione dell’uomo per provare a realizzare il sogno di Icaro. Nel video qui sotto due spettacolari lanci di Fiorito, risalenti al 3 gennaio e al 12 ottobre scorsi:
L’inchiesta
La salma di Fiorito si trova ancora all’ospedale di Lecco, a disposizione dell’autorità giudiziaria. Sarà un’inchiesta a stabilire con esattezza cos’è accaduto mercoledì mattina e se la morte di Fiorito sia davvero riconducibile alla mancata apertura della vela, una circostanza per la verità talmente remota da essere al limite dell’impossibile. Proprio per la sua esperienza, è da escludere anche che l’incidente sia stato causato da imperizia. E più probabile che si sia trattato di una fatalità. Il Base jumping, così si chiama il lancio con la tuta alare, è uno sport estremo, dove la posta in gioco è altissima e i margini di errore sono ridotti allo zero. Per provare a dare una spiegazione forse bisogna dunque affidarsi semplicemente alle parole di uno dei suoi amici più cari. «Ha sempre fatto questo per tutta la vita. Era arrivato il suo giorno».