Nuovi mutui a Gallarate, Canziani: debito sostenibile e conti in sicurezza

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GALLARATE – Il grafico, appiccicato alle sue spalle da Cesare Coppe (Città è Vita) durante l’ultimo consiglio comunale (nella foto in alto) e poi rimosso su richiesta del presidente dell’aula Marco Colombo, mostra un indice di indebitamento dell’ente che nei prossimi anni schizza all’insù fino a toccare i livelli del 2011. E’ proprio così? Abbiamo chiesto a Corrado Canziani, assessore al Bilancio del Comune di Gallarate, di fare chiarezza. 

Corrado Canziani

Assessore Canziani, il ricorso a nuovi mutui appare come una scelta politica innegabile.
Sicuramente nel bilancio di previsione pluriennale 2024-2025-2026 approvato nell’ultimo consiglio comunale compaiono importanti valori riferiti a nuovi indebitamenti. Per meglio comprenderli è necessario partire dall’importo del debito residuo all’inizio del corrente anno, pari a circa 13.990.000 euro. Si è arrivati a tale valore per effetto di un prolungato periodo in cui non sono contratti nuovi mutui seguendo una precisa traiettoria amministrativa: alla fine del 2016 l’importo del debito residuo era pari a quasi 19.000.000 sceso nel tempo di quasi 6 milioni. Ora nelle previsioni di bilancio sono inserite ipotesi di accensione di nuovi mutui pari a 19.120.000 euro, ma le circostanze che li determinano sono diverse.

Ci spieghi.
Innanzitutto occorre precisare che si tratta di previsioni: obbligo delle amministrazioni è delineare il percorso che si intende intraprendere nella più ampia trasparenza e soprattutto di prudenza nella previsione delle coperture.
Previsioni di stanziamenti sulla base delle opere programmate, previsioni le quali come spesso accade potrebbero non rendersi necessarie: accesso a nuovi bandi, aumento delle entrate, risparmi nelle spese, ribassi in sede di gara ecc. ecc. Ulteriore esempio è la circostanza che da anni è prevista un’ ipotesi annuale di indebitamento pari a 3.000.000 euro mai utilizzata sino al corrente anno (si ricordino le polemiche delle opposizioni sull’utilizzo dei BOC) dove peraltro l’importo dell’indebitamento contratto sarà pari a poco più di 1.500.000, quindi la metà. Questo potrebbe ragionevolmente accadere anche per gli anni futuri riducendo già in questa breve analisi l’ipotesi di indebitamento sul triennio di 4.500.000 euro.

Ci sta dicendo, insomma, che non verranno contratti tutti i mutui inseriti a bilancio. Ma come mai questo cambio di strategia rispetto agli anni scorsi? Come mai questo massiccio ricorso al debito?
Troviamo a bilancio diverse “categorie” di indebitamento: per specifici obiettivi rivendicati dall’amministrazione (come il caso del palazzetto dello sport) per 6.000.000 euro in tre anni. Si tratta di un opera importante a beneficio delle future generazioni come lo è stato l’investimento dell’impianto natatorio utilizzato per decenni dai cittadini. Altre come necessaria compartecipazione a progetti di cui sono stati ricevuti importanti contributi a fondo perduto (vedi il progetto Grow29 o la nuova scuola di Madonna in  Campagna). Ulteriori, proseguendo negli esempi, come importi a carico del Comune in un preciso quadro economico a fronti di importanti rientri nel tempo (vedi riqualificazione di palazzo Minoletti).
Certo l’ente locale non può ragionare esclusivamente in quest’ultima ottica di natura economica per misurare l’opportunità di un investimento (perché di investimenti trattasi) dato che alcuni servizi devono essere garantiti a prescindere (altrimenti se il ragionamento fosse condivisibile il servizio di trasporto pubblico non avrebbe più dovuto essere erogato).

C’è il rischio, come emerso anche in aula dalle dichiarazioni di diversi gruppi, di mettere in difficoltà l’ente nei prossimi anni? 
Rispondo a lei così come anche ad affermazioni errate esposte da alcuni consiglieri di minoranza nell’ultimo consiglio comunale. In tema di saturazione del livello di indebitamento occorre spiegare la lontananza da quel rischio: la legge fissa il rapporto massimo degli interessi passivi sulla spesa corrente al 10%. Bene, all’inizio di questo anno tale rapporto era pari allo 0,80% e diverrebbe circa l’1,80% anche al concretizzarsi di tutte le ipotesi previste (che come detto difficilmente accadrà). Altro tema da considerare invece è la sostenibilità del rimborso del debito, ma anche in questo caso le simulazioni effettuate, per effetto anche dei mutui attuali che scadranno nel 2027 (sono 3, contratti nel 2004 e riferiti alla costruzione dell’Istituto Falcone) portano nel giro di pochi anni a un valore complessivo di rimborso annuale non di molto superiore alla cifra che da anni l’ente sostiene (circa 1.500.000 comprensivo di rimborso quota capitale e interessi) e riassorbile nell’ambito di un bilancio importante di una città di oltre 50.000 abitanti.

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