Pci Gallarate: «Contro ogni guerra nel ricordo di Angelo Pegoraro»

Gallarate commemorazione angelo Pegoraro

GALLARATE – Il 16 gennaio del 1945 fa veniva assassinato Angelo Pegoraro  per mano di una pattuglia di repubblichini a caccia di renitenti la leva per il famigerato esercito della Rsi, in obbedienza al “Bando del Duce” emesso dallo stesso capo del fascismo, nelle intenzioni di impoverire le fila della Resistenza che sempre più numerose minacciavano il potere del regime già agonizzante. Sul luogo della sua morte, a Cascinetta di Gallarate, 79 anni dopo ieri si è tenuta la commemorazione, organizzata dall’Anpi e dalla sezione cittadina del Partito comunista italiano che ha lanciato un messaggio: «Oggi siamo sulla stessa strada. Per la pace contro ogni guerra, fuori l’Italia dalla Nato».

Il messaggio dei comunisti 

Di seguito il messaggio del Pci in ricordo di Pegoraro:

È doveroso ricordare, a 79 anni di distanza, quel 16 gennaio 1945, quando qui, a Cascinetta, sulla soglia di casa, proprio qui, sotto gli occhi esterrefatti della Madre, della sorella, Angelo Pegoraro (Falco) veniva assassinato dalla sbirraglia fascista comandata dal repubblichino Crosta, che già si era macchiato del sangue di Zaro e non solo. 
L’assassinio di “Falco” rientrava nell’ottica di colpire la punta di diamante del movimento operaio e comunista per indebolire la risposta di massa al regime fascista.
E’ giusto dunque raccontare brevemente la storia di questo martire antifascista.
Angelo Pegoraro non ha ancora 18 anni quando nel febbraio del 1944 viene licenziato dalla Caproni Vizzola, dove lavora come garzone. 
Si trasferisce a Ghemme (Novara), per lavorare alla Todt, e lì incontra, per la prima volta, alcuni gruppi partigiani locali con i quali condivide idee e speranze.
Lui, non ancora diciottenne, non è un renitente alla leva, non ha nulla da temere in quel senso. Sono la sua fede negli ideali di libertà e giustizia sociale, che lo convincono a schierarsi con le forze partigiane per abbattere il fascismo e scacciare l’invasore tedesco. 
Alla fine di giugno del 1944 il CLN costituisce 127^ Brigata Garibaldi comandata da “Fagno”, alla quale si affianca il gruppo costituitosi su indicazione del “Pipetta” del CLN di Gallarate, che si chiamerà 127^ Brigata Garibaldi volante SAP, costituita, all’inizio, da una mezza dozzina di uomini che prima operano nei boschi di Jerago, trovando rifugio in un piccolo capanno di pietra, e poi, con l’infoltirsi del gruppo, sono costretti a trasferirsi, con le tende, nei boschi di Besnate, in prossimità della cascina dell’Arianna. 
Nel luglio del 1944, tornato a Gallarate, su indicazione del Pipetta, Falco entra a far parte della 127 SAP del gruppo di Besnate, partecipando al colpo all’Isotta Fraschini, poi, il gruppo si sposta, per esigenze tattiche, (arrivando l’inverno, le tende non sono più sufficienti), a Villadosia dove trova rifugio in una cascina detta dal Pasquin da sota. 
Il 18 ottobre, grazie al coraggio di una giovane del paese che avvisa i partigiani dell’arrivo dei brigatisti neri, (due camion armati fino ai denti e con i viveri per tre giorni) il gruppo riesce a sfuggire al rastrellamento e si disperde.
Falco allora raggiunge in novembre i reparti partigiani della 124a Brigata nel novarese. Con loro, e con reparti di altre Brigate, Falco partecipa ad un’azione il 14 dicembre del 1944, oggi ricordata come «battaglia di Suno». 
Angelo è un Partigiano, un comunista.
La sua storia è gloriosa come fu gloriosa quella di migliaia di partigiani che ci rimisero la vita per la libertà e per la cacciata dell’invasore nazista con il suo servo il fascismo….
Gli avvenimenti, a tutti noti, ci impongono di non essere immemori di fronte agli avvenimenti del tempo e sentire il dovere di commemorarne l’impegno e l’azione e di ribadire ciò che egli ha rappresentato e rappresenta per chi pensa che un mondo migliore sia possibile.
Oggi, a distanza di 79 anni, la ricerca della verità, continua e prosegue a fronte di un revisionismo storico che vede nel mondo contemporaneo il trionfo delle ambiguità.
Eppure oggi, in questa “democrazia” accade pure questo, le incertezze del domani e le falsità sul passato rischiano di affossare la stessa storia del nostro Paese e del mondo intero.
L’atto formale approvato dal parlamento europeo, anche da forze che nel nostro Paese si richiamano alla “sinistra” e all’antifascismo, quello dell’equiparazione tra comunismo e nazismo, hanno aperto la strada a quei soggetti che vogliono la condanna di coloro che furono i vincitori della barbarie nazista e hanno aperto la strada alla vincita di forze apertamente fasciste nel nostro paese, l’attuale governo è il risultato delle politiche scellerate portate avanti da tutti i governi negli ultimi trent’anni.
Occorre, proprio per onorare la memoria di partigiani come Falco, non dimenticarsi mai del contributo essenziale alla Liberazione del Paese dato allora dagli operai delle fabbriche (dalla Caproni alla Tosi, fino ad arrivare alla Ercole Comerio), non possiamo dimenticare le deportazioni nei campi di concentramento di intere commissioni interne. 
Ogni anno ripetiamo le stesse identiche cose e ogni anno non cambia nulla, anzi peggiora, il che dovrebbe farci riflettere: non va mai abbassata la guardia.
Dopo il crollo del muro di Berlino e il crollo dell’URSS si è avviata una fase di asso piglia tutto, gli USA hanno voglia di espandersi e lo fanno con le armi e finanziando guerre le più tremende, il Patto di Varsavia non esite più da trent’anni ma la NATO c’è, ed è operativa grazie alle servitù della gleba che permettono il proliferare delle guerre fatte a tutela e interesse americano, non ultima la guerra in Ucraina commissionata per l’allargamento del piatto atlantico, iniziata con il colpo di stato di piazza Maidan e con il bombardamento indiscriminato del Donbass nel 2014 nella assoluta indifferenza dell’Europa che ora finanzia e persegue, per servilismo, l’appoggio incondizionato a Zelensky e agli ucraini. 
Qualcuno tra i peggiori di questa sinistra sinistrata ha parlato di resistenza e di partigiani ucraini, dimenticando i massacri fatti dagli stessi in Donbass e a Odessa, dove nel 2014, furono trucidati, violentati e arsi vivi donne, bambini e anziani rifugiati nella casa del popolo per sfuggire agli ucraini. Nel condannare il massacro perpetuato il 7 ottobre 2023 da Hamas non si può tacere e non si può sostenere Israele nel compimento di quell’ignominia del genocidio di palestinesi nella striscia di Gaza, la risoluzione era due popoli e due stati, di stato per ora ce n’è uno solo e con il suo esercito sta distruggendo l’atro stato e l’altro popolo, chi accetta ciò è complice del massacro. 
La nostra Costituzione parla chiaro, all’art. 11 sta scritto: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”. 
La Costituzione nei fatti è stata stravolta dagli ultimi governi e quest’ultimo su questa questione ci va a nozze con la complicità delle opposizioni che perseverano nel sostenere la NATO e i suoi conflitti.
Chi come ANGELO PEGORARO, ha combattuto e ha dato la sua vita per la Libertà, la Giustizia, la Democrazia e per un a società migliore ha diritto di non essere dimenticato. 
La storia è maestra di vita perché ci insegna come non ripetere gli errori del passato. Oggi che si finge di ignorare questo principio, è necessario ricordare cosa sia stata la Resistenza, fino a quale abisso di lutti e di sofferenze il fascismo precipitò l’Italia e quali sacrifici furono affrontati e da chi per liberarla dal criminale servaggio nazifascista. 
Il fascismo portò alla distruzione materiale dell’Italia con la folle guerra dell’Asse e all’ignominia degli italiani con il Tribunale Speciale, il confino, le aggressioni coloniali, le leggi razziali. E col servile concorso dei fascisti repubblichini furono perpetrate in Italia stragi di inermi cittadini, insabbiate negli armadi della vergogna. Oggi siamo sulla stessa strada
Per la Pace contro ogni guerra, fuori l’Italia dalla Nato. 

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