Licata e Gadda (Italia Viva): «Ripristinare il fondo contro anoressia e bulimia»

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Giuseppe Licata e Maria Chiara Gadda

VARESE – «Il Governo Meloni ha azzerato il fondo per il contrasto ai disturbi dell’alimentazione, molti malati e le loro famiglie rischiano di rimanere senza un servizio di cura essenziale. Chiediamo che Regione Lombardia solleciti il Governo affinché tali risorse vengano immediatamente ripristinate». A parlare sono i due esponenti varesini di Italia Viva Giuseppe Licata, consigliere regionale e primo firmatario della mozione in Regione, e l’onorevole Maria Chiara Gadda, vicepresidente del gruppo di IV alla Camera.

Seconda causa di morte tra i giovani

«I 25 milioni di euro stanziati nel 2021 – proseguono – hanno contribuito in questi anni all’apertura di una rete nazionale di ambulatori nei quali migliaia di pazienti affetti da anoressia e bulimia hanno trovato cure e conforto. Sono 126 i centri censiti a livello nazionale dedicati alla cura dei Dna, di cui 15 in Lombardia. Tali malattie sono la seconda causa di morte tra i giovani, dopo gli incidenti stradali. L’età di esordio dei disturbi alimentari, normalmente compresa tra i 15 e i 19 anni, si sta progressivamente abbassando. La pandemia ha acuito condizioni di disagio psichico e sociale, facendo registrare negli ultimi tre anni un raddoppio dei casi di anoressia e bulimia».

Mozione in Regione

«Il Governo Meloni cancella le risorse per il contrasto ai disturbi alimentari, così in Lombardia e in tutta Italia chiuderanno gli ambulatori dedicati a queste malattie. Per questo, in Regione ho presentato una mozione affinché Attilio Fontana e la sua Giunta chiedano subito ai loro compagni di partito del Governo nazionale di ripristinare queste risorse», afferma Licata. «Nel 2022 in Italia – prosegue Gadda – sono stati 3000 i decessi legati a disturbi dell’alimentazione. Ai fini della guarigione, risulta fondamentale che gli specialisti possano seguire con continuità e tempestività i malati e le loro famiglie. Non bisognava tagliare quei 25 milioni, semmai incrementarli vista questa emergenza sociale. Molti centri chiuderanno o dovranno ridimensionare un servizio, per altro già insufficiente rispetto alla richiesta».

Lanciata raccolta firme

«Questa è una battaglia di buonsenso – affermano Licata e Gadda – che Italia Viva sta portando avanti sin dalla legge di bilancio. Dopo la mancata approvazione dell’emendamento, abbiamo lanciato sul sito nazionale del partito una raccolta firme per dare forza a questa iniziativa politica a favore di chi tutti i giorni deve fare i conti con queste malattie. E ora vogliamo che anche i Consigli Regionali si esprimano. Il Governo sta dimostrando scarsa consapevolezza delle conseguenze sui cittadini di queste grossolane decisioni. In Lombardia, poi, questi tagli vanno ad aggravare la situazione di un sistema sanitario già in affanno, specie in termini di sanità territoriale e di sempre maggiore pressione sui pronto soccorso e sugli ospedali. Ora speriamo che la Regione faccia sentire la propria voce e che il Governo torni sui propri passi».

Bertolaso: «Nessuno stop»

Sul tema nel pomeriggio di oggi, lunedì 15 gennaio, si è espresso l’assessore regionale alla sanità Guido Bertolaso, che ha spiegato che non ci sarà nessuno stop ai progetti sul territorio. «C’è priorità assoluta verso il problema dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione – ha detto – per il 2024 su questo tema sono a disposizione 6 milioni di euro, somma che confermeremo negli anni successivi. Ricordo che la Lombardia è stata la prima Regione in Italia ad aver approvato una legge regionale nel 2021 per la prevenzione e la cura dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione. Legge che stanzia annualmente un fondo pari a 1,5 milioni di euro. A questi si aggiungono 1,6 milioni del fondo nazionale Dna che devono ancora essere erogati ed infine 2,7 milioni del Fondo Sanitario Regionale che verranno dedicati all’attivazione di posti di comunità terapeutica per pazienti affetti da disturbi della nutrizione e dell’alimentazione. Ad oggi, abbiamo in carico circa 1.500 giovani e 3.000 adulti e si tratta di problematiche in crescita a livello nazionale. Ribadisco – ha concluso Bertolaso – che anche dal 2025 in poi, Regione Lombardia non solo confermerà analoghe risorse, ma le implementerà».

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