Grandi sculture di animali dal tocco green. La Cracking Art colora Gallarate

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GALLARATE – Tanto colore e il fascino degli animali rappresentati, forti del significato che nascondono. Ma anche un occhio alla green economy e allo sviluppo sostenibile, grazie all’utilizzo della plastica riciclata come materia prima. Tutto questo si traduce in un’espressione: Cracking Art. Dalle note città d’Europa e del mondo, uno dei più apprezzati movimenti d’arte pop sbarca anche a Gallarate. Un’iniziativa firmata dall’amministrazione del sindaco Andrea Cassani – approvata in giunta – in collaborazione con il museo Maga. Consiste in grandi installazioni temporanee di animali, posizionate lungo un percorso che mira a inserire le opere nel contesto della città. Coinvolgendo anche i giovani creativi del progetto Academy Young.

Gallarate prende colore

gallarate claudia mazzetti intervistaA partire da febbraio, quindi, Gallarate prenderà un colore diverso. Letteralmente. «Il progetto nasce dal difficile periodo della pandemia», racconta l’assessore alla Cultura, Claudia Mazzetti. «In condivisione con il Maga, abbiamo ritenuto che l’arte pop potesse essere un modo per ripartire, dopo un momento in cui le grandi istituzioni culturali sono rimaste chiuse». A rincarare la dose, l’idea «della rigenerazione dei materiali utilizzati, in un’ottica di economia sostenibile». Ma anche il coinvolgimento dei giovani, «per dare spazio alle loro idee». Senza dimenticare l’orgoglio di avere in città un’esposizione che ha una rilevanza internazionale. E che per la prima volta inserisce fra i grandi palcoscenici anche la provincia di Varese. Insomma, «grazie a tutti questi aspetti non posso che essere felice di accogliere quest’iniziativa a Gallarate». Fra i punti in cui si vedranno le sculture ci sono piazza della Libertà e quella appena rinata della stazione, ma anche la fontana di piazza San Lorenzo e, ovviamente, il Maga.

Cos’è la Cracking Art?

Ma cos’è la Cracking Art? Lo spiega il direttore del Maga, Emma Zanella: «Nasce nel 1993 con l’intenzione di portare nelle città un’arte pop, facilmente comprensibile al pubblico, molto riconoscibile e caratterizzata da un forte impegno sociale e ambientale che, unito all’utilizzo rivoluzionario dei materiali plastici, mette in evidenza il rapporto sempre più stretto tra vita naturale e realtà artificiale». Sì, perché «rigenerare la plastica significa sottrarla alla distruzione tossica e devastante per l’ambiente donandole nuova vita, farne delle opere d’arte significa comunicare attraverso un linguaggio estetico innovativo». Negli ultimi due decenni le loro grandi installazioni sono «entrate in dialogo» con moltissime città: da Venezia a Lunel (Francia), da Torino, Milano, Pavia a Nashville (Tennessee, Usa), «toccando oltre un centinaio di centri urbani».

Gli obiettivi

Ora tocca a Gallarate. Due le linee guida. Da una parte, la volontà di «dare ai ragazzi in Academy Young un’opportunità di formazione e di riflessione sul processo creativo, sull’innesto di forme scultoree popolari con il tessuto urbano, sulla meta narrazione che si viene a creare innestando la simbologia degli animali con la storia dei luoghi prescelti», aggiunge Zanella. Tanto che «sarà cura del museo e della biblioteca costituire un gruppo di giovani creativi cui affidare il compito di lavorare con gli artisti e di preparare dei testi e dei percorsi in supporto all’azione artistica». Dall’altra, il desiderio di «portare in città un segno distintivo, temporaneo, capace di dare un messaggio positivo, di rinascita e riscoperta dei luoghi più significativi».

Academy young a Gallarate, Bolognini: «I giovani sono protagonisti»

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