E’ in un centro di espulsione il pugile che pregava davanti all’Eurospin di Gallarate

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GALLARATE – E’stato mandato in un Cie (Centro di Identificazione ed Espulsione) in Sardegna lo straniero che per due mesi è rimasto accampato di fronte all’Eurospin di Arnate, a Gallarate. 

Il pugile musulmano

Originario del Camerun, la sua presenza aveva attirato l’attenzione dei residenti. «Non fa male a nessuno e pare essere anche un po’ fuori di testa, tiene non apprezzata compagnia cantando le lodi islamiche 5 volte al giorno, ultima verso le 2.30 di notte», raccontano le testimonianze in rete. E siccome spesso improvvisava allenamenti di pugilato e nessuno conosce il suo vero nome, era stato ribattezzato come il “pugile musulmano” proprio per questi due tratti distintivi della sua lunga presenza sulla strada ad Arnate.

Due mesi in strada 

Più volte è stato tentato un approccio, sia da parte delle forze dell’ordine che dei Servizi sociali, ma ha sempre rifiutato ogni genere di aiuto. «Lo hanno controllato più volte chiedendo i suoi documenti», racconta un altro testimone. «Purtroppo non si capisce cosa gli passi per la testa, se diluvia non attraversa neanche la strada per ripararsi sotto l’ampia tettoia dell’Eurospin, se gli portano un sacchetto non ha nemmeno la curiosità di guardare dentro. Rifiuta tutto e non parla con nessuno, aspetta solo l’ora della preghiera». 
Nel frattempo sul marciapiedi aveva cominciato ad accumulare sacchetti di plastica e quel poco di cui aveva bisogno per vivere. Fino a ieri, quando è salito sull’auto della polizia. Destinazione Sardegna, prima del rimpatrio. 

La storia del 21enne

E’ stata la Polizia di Stato di Gallarate ad accompagnarlo presso al Centro di Permanenza per Rimpatri. Camerunense di anni 21, era sbarcato irregolarmente in Italia nel mese di agosto del 2022 e aveva presentato richiesta di protezione internazionale. Inserito da subito nel programma di assistenza per i richiedenti asilo, era stato collocato dapprima in una comunità di Besnate e poi in una struttura di Cardano al Campo dalla quale però era stato allontanato a causa del suo carattere irascibile e dei comportamenti antisociali, che rendevano incompatibile la convivenza con gli altri ospiti. Da qualche mese si era stabilito nel territorio gallaratese e privo di occupazione e mezzi di sostentamento, aveva eletto quale sua dimora, una piccola area verde posta su una trafficata intersezione stradale. Da subito, tale presenza, non è passata inosservata e diversi sono stati gli interventi ed i provvedimenti intrapresi nei suoi confronti dalle Forze di Polizia cittadine. Tuttavia, ogni tentativo di mediazione effettuato dagli organi preposti e finalizzato a risolvere una situazione diventata concretamente non più tollerabile, ha trovato una netta opposizione nello straniero, il quale ha rifiutato persino l’aiuto offerto da un referente della comunità camerunense in Italia.

Comportamenti minacciosi

Anche l’intervento esperito dai servizi sociali territoriali, su segnalazione del Commissariato di Pubblica Sicurezza, è risultato vano; infatti, il camerunense, che a seguito di visita specialistica è stato giudicato immune da patologie psichiatriche, avvicinato più volte e da più protagonisti della locale rete assistenziale, ha respinto ogni tentativo di aiuto reagendo con spropositati comportamenti ostili e minacciosi contro chiunque lo avvicinasse. Valutata la potenziale pericolosità sociale della persona, (il soggetto, con precedenti penali per percosse e minacce, era stato più volte allontanato dalle strutture che lo avevano ospitato per comportamenti violenti anche nei confronti di altri ospiti), il Commissariato di di Gallarate si è attivato affinché venisse opportunamente collocato in un Centro di Permanenza Rimpatri. Pertanto, ottenuta la disponibilità da parte dei competenti uffici del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, opportunamente interessati dall’Ufficio Immigrazione della Questura di Varese, nell’attesa della definizione della sua pratica circa la sussistenza dei requisiti necessari all’ottenimento della sua richiesta di protezione internazionale, il Questore di Varese, sussistendone i requisiti e i presupposti di legge, ha emesso un decreto di collocamento nel Cpr.

Il viaggio in Sardegna 

Nella giornata di ieri gli agenti hanno dato esecuzione al provvedimento del Questore accompagnando coattivamente il camerunense al Cpr di Macomer in Sardegna. Per gli impegnativi servizi di vigilanza e successivo accompagnamento sull’isola, vista l’intemperanza e la scarsa collaborazione del soggetto, a salvaguardia della sua e dell’altrui incolumità, nell’arco dell’intera giornata, sono state impiegate complessivamente più di una decina di operatori del Commissariato con il contributo della Polizia locale di Gallarate. Nella serata di ieri, scortato in aereo dagli agenti della Polizia di Gallarate, il camerunense è stato accompagnato all’interno della struttura ove dovrà rimanervi fino alla definizione della sua richiesta.

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