«Sempre presente per Gallarate: segno di rispetto». L’ultimo saluto a Guenzani

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GALLARATE – «Era sempre presente a messa. Così come era sempre presente alle festività civili, anche quando non era più sindaco. Per lui era un segno di rispetto». Sono le parole pronunciate dal prevosto di Gallarate, don Riccardo Festa. Il ricordo di Edoardo Guenzani scomparso settimana scorsa sulla spiaggia di Porto Rotondo, a causa di un malore – parte da un omaggio al suo impegno. Un’immagine riassunta, condivisa e celebrata insieme ai familiari e le istituzioni locali che oggi, 17 giugno, si sono riuniti nella basilica di Santa Maria Assunta per l’ultimo saluto all’ex primo cittadino.

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Cerimonia intima

Una cerimonia intima. Poche parole. Solo quelle che ha pronunciato il prevosto dall’altare. Molti pensieri, invece, tra i presenti. I famigliari scelgono un religioso silenzio, il modo più rispettoso per salutare un affetto così caro. Mentre dalle rappresentanze della politica locale – dopo i molti messaggi d’affetto diffusi nei giorni scorsi – ci sarà un ulteriore omaggio all’ex sindaco in consiglio comunale, questa sera. Ai funerali erano presenti il primo cittadino Andrea Cassani in fascia tricolore insieme agli esponenti della giunta e della maggioranza. Ma anche diversi consiglieri dell’opposizione gallaratese, oltre a istituzioni dei Comuni limitrofi.

«Uomo presente»

Il ricordo di don Riccardo Festa, invece, si affida ai «molti momenti di riconoscimento pubblico», ha detto. «L’ho conosciuto innanzitutto come volontario, perché ha sempre aiutato la parrocchia. Aveva grandi competenze e le metteva a disposizione per le tante pratiche. Sempre presente a messa. E così nei momenti delle festività civili. Anche quando non era più sindaco: per lui era un segno di rispetto nei confronti delle istituzioni e dei cittadini. Affidiamo al Signore questo fratello».

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Di più: «Chi si prende responsabilità nella vita civile metta in conto il rischio di non essere compreso». Anche perché «il bene si può fare in tanti modi. E può non essere capito». Ha poi concluso sottolineando che i cristiani non celebrano riti funebri, perché «sarebbe riduttivo: la storia di una persona è molto più ricca».

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