GALLARATE – Margherita Silvestrini, Carmelo Lauricella e Giovanni Pignataro, consiglieri comunali del Partito Democratico, si sono dati appuntamento oggi, venerdì 9 febbraio, davanti al Centro diurno disabili di Cedrate. Una presenza fisica per ribadire che «la struttura non deve chiudere» e che «una città come Gallarate, per le sue dimensioni e la sua centralità, non può restare senza un servizio come questo».
Non è la risposta
L’amministrazione comunale nei mesi scorsi ha annunciato che, a causa della domanda sottodimensionata e dei limiti della struttura, sta valutando «strade alternative, né tagliando il servizio né facendo mancare le risorse». Tradotto, da febbraio 2025 il Cdd di via Canova chiude e gli attuali utenti spostati in altre strutture – anche nei Comuni limitrofi – pronti ad accoglierli.
«I dati oggettivi oggi ci dicono proprio questo», sottolinea Pignataro. «I problemi di via Canova li conosciamo anche noi, ma la risposta non può essere la chiusura di un servizio. Perché al di là dell’aspetto economico, c’è un tema sociale che non può essere sottaciuto».
Tempo e pianificazione
Sollecitata sul tema durante l’ultima Commissione Welfare, l’assessore ai Servizi sociali Chiara Allai «ha risposto che ci stanno ancora pensando». Dichiarazioni inaccettabili per Silvestrini che ha dunque richiesto di inserire l’argomento all’ordine del giorno della prossima convocazione «perché febbraio 2025 non è così lontano e il tema non può finire in secondo piano». E spiega: «Anche nell’ipotesi di accogliere soluzioni alternative, servono tempo e pianificazione. Lasciare una città come Gallarate senza un Centro diurno disabili non può essere un argomento di parte e noi siamo qui oggi per fare in modo che l’attenzione non cali. I numeri sono importanti, ma le persone ancora di più. Se questa struttura non è più idonea ci sono tanti immobili di proprietà comunale oggi vuoti che potrebbero essere presi in considerazione. Stiamo spendendo milioni di euro in opere pubbliche, reperire le risorse non può rappresentare un problema. Basta la volontà».