Diffamazione, i Sinti di Gallarate ricorrono in Appello 

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GALLARATE – Non è ancora finito il duro braccio di ferro giudiziario in corso da ormai cinque anni tra la Comunità Sinti di Gallarate e l’amministrazione comunale. Quando sembrava ormai uno solo il contenzioso aperto – quello relativo all’assalto in municipio del 31 dicembre 2018 che vede quattro imputati accusati di danneggiamento e minacce – ecco che nei giorni scorsi è stato notificato in Comune l’atto di citazione in appello per la causa relativa alla diffamazione a mezzo stampa. 

Il secondo grado 

Il sindaco Andrea Cassani dovrà dunque presentarsi davanti alla Corte d’Appello di Milano con l’obiettivo di vedersi confermato lo stesso risultato della prima sentenza, ovvero il rigetto della domanda di risarcimento danni pari a 250 mila euro avanzata da dieci esponenti della comunità nomade in merito ad alcune dichiarazioni rese dal primo cittadino in articoli di giornale su Malpensa24 e in missive dirette a destinatari istituzionali in merito all’allacciamento abusivo alla rete idrica. 

La sentenza 

Chiamato in giudizio, il sindaco in primo grado respinse integralmente le deduzioni avverse sostenendo che mancassero i presupposti del reato di diffamazione e la sussistenza, di contro, dei presupposti dell’esercizio del diritto di cronaca e critica. Contestò, inoltre, la puntuale allegazione e prova del danno-conseguenza da parte dei Sinti e i giudici di Busto Arsizio gli diedero ragione. Ora la seconda puntata in Appello. 

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