Gallarate, l’omaggio a Gaber chiude la Stagione alle Arti. «Un anno meraviglioso»

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GALLARATE – Otto appuntamenti senza praticamente un posto libero in sala e una qualità dell’offerta teatrale mantenuta ai livelli di eccellenza che il pubblico di Gallarate esige. Se ancora ci fosse stato qualche dubbio, la 55esima stagione del Teatro delle Arti, che si è conclusa ieri 11 aprile con il magistrale omaggio di Gioele Dix a Giorgio Gaber, ha dimostrato che il Centro culturale è riuscito nella non facile impresa di continuare a mantenere viva la più longeva storia teatrale della provincia di Varese anche senza il suo creatore, don Alberto Dell’Orto, scomparso ormai quasi quattro anni fa. 

Il pubblico in sala 

Archiviati gli anni del Covid e la non facile ripresa che ha coinvolto tutto il settore dell’intrattenimento a ogni latitudine, la 55esima stagione delle Arti ha rinnovato la tradizione di un teatro vissuto con leggerezza e spessore, attraverso spettacoli capaci di aprire la mente messi in scena da attori di primissimo livello. Un teatro, inoltre, vissuto come luogo di aggregazione, dove il pubblico affezionato si conosce e si ritrova come una grande famiglia allargata. Elena Balconi, presidente del Centro culturale Teatro delle Arti, esprime soddisfazione per l’anno che si è appena concluso e assicura che sono già al lavoro per svelare a settembre, nell’ormai tradizionale presentazione mattutina, una 56esima stagione all’altezza delle aspettative.

L’omaggio a Gaber 

La 55esima nel frattempo è terminata con uno spettacolo che è proprio nelle corde del Teatro delle Arti. Giorgio Gaber si è infatti esibito due volte nella sala di via Minzoni e nonostante siano passati trent’anni i vecchi abbonati se lo ricordano come fosse ieri, mentre Gioele Dix torna ciclicamente a Gallarate e ogni volta riesce a stupire alzando sempre più l’asticella. Questa volta mettendo in scena non un semplice tributo a Gaber, ma una riscoperta personale e professionale in cui si intrecciano brani conosciuti del suo teatro-canzone ma anche versi mai musicati, canzoni mai eseguite dal vivo, monologhi abbozzati e mai completati, riscoperti grazie all’apporto della Fondazione Gaber. Uno spettacolo applauditissimo dal pubblico in sala che chiude degnamente «un anno meraviglioso».

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