Germignaga, cercano casa ma vengono raggirati: condannato per truffa

GERMIGNAGA – Inizialmente era stato rinviato a giudizio per tentata estorsione, ma con il verdetto emesso dal Tribunale di Varese, quello dell’imputato è diventato un caso di truffa. E l’uomo, 44enne, è stato condannato a 9 mesi di reclusione e al pagamento di 800 euro di multa.

La vicenda, avvenuta a Germignaga nel 2019, è quella di una coppia del paese in cerca di una nuova casa. Coppia che ad un certo punto, per la procedura riguardante l’accensione di un mutuo, decise di farsi assistere da un vicino, che a marito e moglie si era presentato come agente immobiliare di una società svizzera.

Il raggiro

La trafila burocratica si trasformò in un incubo, visto che dietro – stando alle accuse formulate a seguito delle indagini – c’era un piano per estorcere la bellezza di 30mila euro alla coppia. I coniugi, seguendo le indicazioni del vicino di casa, si erano recati in banca a Luino per aprire un conto e avevano iniziato a corrispondere denaro al presunto intermediario per le varie pratiche che diceva di portare avanti nell’interesse delle vittime.

Ma alla fine proprio le vittime scoprirono che in banca non era stata avviata alcuna procedura per il mutuo, e iniziarono a manifestare i loro sospetti all’agente immobiliare che fece scattare il ricatto, presentato in questi termini: «Ci sono dei documenti falsificati che vi riguardano, se non pagate finisce tutto in mano alla guardia di finanza». Tra queste carte, un permesso di lavoro scaduto e appartenente ad uno dei coniugi.

I complici e le minacce

Successivamente entrarono in scena dei complici di nazionalità straniera (uno è stato giudicato in un diverso procedimento). Il loro scopo era quello di intimidire la coppia con una serie di telefonate minatorie, e finalizzate a farsi consegnare i soldi. Senza più una casa, visto che quella vecchia era già stata venduta, con poco denaro e con il fiato dei malviventi sul collo, la famiglia germignaghese – come emerso nel corso del dibattimento – finì in pieno inverno a dormire in un camper.

La conclusione del processo

Una vicenda drammatica, ma con dei tratti sicuramente grotteschi, come sottolineato dal pubblico ministero in aula nel chiedere l’assoluzione dell’imputato – difeso dal legale luinese Corrado Viazzo – per via dei dubbi sorti attorno alle testimonianze delle persone offese e alla loro ricostruzione dei fatti. Ma i giudici del collegio, riqualificando l’accusa di tentata estorsione in truffa, hanno respinto la richiesta. E il verdetto, per il 44enne, è stato di condanna.

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