Gestione dei rifiuti: i Carabinieri illustrano rischi e buone prassi ai soci di Confapi

VARESE – Da un alto i rischi, con le informazioni su illeciti e sanzioni, dall’altro le attività virtuose, con esempi pratici. Un incontro informativo e divulgativo, particolarmente utile per le imprese, quello promosso oggi, martedì 18 aprile, al Palace Hotel di Varese (nella foto sopra), da Confapi, in collaborazione con l’Arma dei Carabinieri. Un nuovo appuntamento dopo quello di marzo dedicato al tema della cybersecurity.

Obiettivo informare

«Vogliamo evidenziare i rischi legati al tema dei rifiuti ma anche sottolineare le buone prassi che possono far crescere le nostre aziende in un’ottica di sostenibilità», ha sottolineato in apertura il direttore generale di Confapi Varese Piero Baggi. «Un appuntamento per creare consapevolezza, far conoscere per generare un maggior senso di responsabilità – ha aggiunto il comandante provinciale dei Carabinieri di Varese, il colonnello Gianluca Piasentin – la prevenzione passa anche attraverso la cultura della divulgazione. È un tema molto caro ai Carabinieri, perché ci sono già delle citazioni nel regolamento generale dell’Arma del 1822».

Norme e rischi

Ampia la relazione del tenente colonnello Enrico Castelli, comandante del Noe (Nucleo operativo ecologico) di Milano, a partire dal quadro normativo e da una premessa particolarmente importante: l’imprenditore oggi ha il compito non facile di progettare l’innovazione sostenibile dell’impresa coniugando il proprio interesse economico e la competitività con la tutela dell’ambiente. Il rifiuto è un costo per l’azienda produttrice, che ha l’obbligo di provvedere alla sua eliminazione secondo le normative. Regole articolate e non sempre di facile comprensione per i non addetti ai lavori: l’intervento ha voluto dunque fare chiarezza e sciogliere una serie di dubbi, rispondendo alle domande del pubblico.

Da costo a ricavo

Quindi alcuni suggerimenti utili e un focus sugli illeciti e le sanzioni, con i reati ambientali nel codice penale. Ma c’è stato spazio anche per una case history, con l’intervento di Filippo Finocchi, general manager della Refimet Srl di Spino d’Adda. Un’azienda specializzata nel recupero di scarti industriali dal settore dell’oreficeria e recupero di elettronica contenenti metalli preziosi. «L’elemento costo per noi è un ricavo – ha spiegato – tante aziende che prima pagavano per smaltire rifiuti ora sono pagate per il metallo che viene conferito». Un esempio sono le schede elettroniche e gli smartphone: una volta erano uno scarto, ora invece si è in grado di recuperare valore.