La Giornata della Memoria alla Famiglia Bustocca. Con Anna Maria Habermann

Anna Maria Habermann

di Sarah Zambon

BUSTO ARSIZIO – La Giornata della Memoria della Famiglia Bustocca: lunedì 29 gennaio alle 17.30, un incontro con la dottoressa Anna Maria Habermann, medico specialista in Ortopedia e Traumatologia, scrittrice e pianista che, nella sede dell’associazione in via Fratelli d’Italia 7, racconterà alla cittadinanza la storia della sua famiglia, indelebilmente segnata dall’Olocausto: il fratello Tamás, i nonni e i loro parenti, in Ungheria, furono internati nei lager e non fecero mai ritorno.

La dottoressa Habermann

La serata si inserisce nel ciclo di conferenze “I lunedì della Famiglia Bustocca”, iniziativa ideata per
promuovere la riflessione ed approfondire la conoscenza di diverse tematiche legate a doppio filo al
territorio cittadino. Anna Maria Hàbermann, nata a Busto Arsizio nel marzo del 1943, da madre italiana e padre unghereseil Giusto Aladar Habermann – e ha riscoperto il suo doloroso passato solo nel 1986, due anni dopo la morte dei suoi genitori, mettendo ordine tra alcuni documenti ritrovati in una cassaforte.

La storia della famiglia

Grazie ad un incontro a Budapest con l’unica zia superstite, morta poi nel 1992, venne a conoscenza del fatto che la sua ascendenza paterna era ebrea. Nessuno le aveva mai raccontato direttamente le vicissitudini della sua famiglia: dopo una lunga e faticosa ricerca, la dottoressa seppe che suo fratello Tamás, i suoi nonni Andor e Málvin e tutti i loro parenti, furono internati nei campi di concentramento per opera dei nazisti ungheresi e non fecero mai più ritorno a casa. La Hàbermann ha raccontato questa incredibile storia nel libro “Il labirinto di carta”, seguito nel 2001 da un’altra pubblicazione “L’ultima lettera per Tibor“, dedicata a suo padre.

La sua invenzione per i musicisti

Nel 1983, la dottoressa Hàbermann ha unito la sua esperienza di ortopedico con la grande passione per la musica, brevettando una sua invenzione, la panca ergonomica Linea, dopo aver studiato le patologie della colonna vertebrale tipiche dei pianisti di professione, per la cui salute era opportuno assumere una
postura più corretta durante le lunghe ore passate al pianoforte. Si tratta di un sedile regolabile inclinato con meccanica a doppio pantografo, che conferisce stabilità, permette un ottimale scarico del peso del tronco sulle terga e favorisce la libertà delle braccia e la forza di ricaduta dei polsi e, di conseguenza delle mani, sulla tastiera. La postura che si assume con questa panca ergonomica è indicata anche per i cantanti e gli strumentisti a fiato, ma anche per chi lavora tante ore al computer.

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