Il festival Lughnasad saluta Golasecca con i Corte di Lunas: «Scommessa vinta»

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Corte di Lunas

GOLASECCA – «Dopo tre anni siamo riusciti a realizzare questa festa, che era già in previsione nel periodo pre-Covid. Essere alla prima edizione significava soprattutto crederci, e ci avete creduto: le premesse per poter far crescere questo evento nato per celebrare Golasecca, dove i Protocelti decisero di vivere». Come ha spiegato al pubblico ieri, domenica 31 luglio, Umberto Crespi, presidente dell’accademia di danze irlandesi Gens d’Ys, quella di “Lughnasad” si può dire una scommessa vinta. «La speranza è di dare risalto al suo museo e alla necropoli del Monsorino, e valorizzare le nostre radici».

Umberto Crespi (primo da destra) con la Pro Loco di Golasecca

Gens d’Ys in tournée: la data con Roberto Bolle e Bustofolk

Il ringraziamento di Crespi è andato al Comune e alla Pro Loco, con cui è stato organizzato l’evento, e in particolare al lavoro dei volontari e degli artigiani che hanno partecipato con i loro stand: «Era una vera e propria scommessa realizzare “Lughnasad”, a fine luglio e fuori dalle rotte usuali»: l’appuntamento, ancora rinviato nel 2021 per motivi tecnici, quest’anno ha raccolto nei suoi tre giorni duemila presenze.
Nella serata finale del festival Gens d’Ys ha proposto un viaggio tra le danze di origine celtica, spaziando da quelle più “picchiate” alle leggere: «Si tratta di una danza-spettacolo, in parte artistica e in parte anche atletica», ha raccontato il presidente dell’associazione, ora impegnata in tournée: ad agosto si esibiranno con le nuove coreografie al Montelago Celtic Festival, e a settembre al Castello Sforzesco con Roberto Bolle e a Bustofolk.

Gens d’Ys

«Dalle sue antiche origini ha continuato a evolversi; mentre nella sua forma irlandese le braccia vengono tenute lungo i fianchi, in quella scozzese vengono tenute più alte come i palchi delle corna di un cervo, e con ginocchia più aperte. A livello musicale sono presenti le stesse melodie, ma suonate con strumenti diversi: in Scozia sono protagoniste le “highland bagpipes”, le loro celebri cornamuse».

Rossana Monico

Le leggende del Friuli

Mentre la serata di sabato ha offerto il live dei Rumpled a base di folk irlandese, domenica gli headliner sono stati i Corte di Lunas, preceduti dal concerto per arpa di Rossana Monico, tra brani autografi e cover di U2, Dubliners e “Il cielo d’Irlanda” di Fiorella Mannoia, e Mattia Gavin dei Bards From Yesterday che ha eserguito in versione acustica altri classici (“Wild rover”, “Dirty old town”) dell’isola di smeraldo.
Protagoniste delle canzoni della band sono le leggende del Friuli Venezia Giulia, da “The castle of Gemona” e “La dama bianca” del castello di Duino ai folletti della Carnia di “The last of sbilfs” e la storia del fiume Isonzo in “I tre fradei”. A ispirare i Lunas sono anche la mitologia vichinga (“Valhalla”), le “Cronache del ghiaccio e del fuoco” (“Fire and ice”) da cui è stata tratta la serie tv “Il trono di spade” o ancora la musica di band come Faun (“Unda”) o Blackmore’s Night (“The circle”).
Tra i brani che hanno fatto ballare il pubblico, insieme a canti popolari come “Was wollen wir trinken” e “Scjaraçule Maraçule”, invocazione della pioggia che risale a prima del 1500, particolare attenzione è stata riservata all’ultimo album “Tales from the Brave Lands”, in cui “The devil’s bridge” è stato creato insieme a Lorenzo Marchesi dei Folkstone (tra il pubblico c’era il loro ghirondista Marco Legnani). La chiusura, tra le varie richieste di bis, è stata affidata a “Orcolat”, “Rosander”, “Eolo” e al singolo “The journey”.

Il pubblico di Lughnasad assiste all’esibizione acustica di Mattia Gavin
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