Grillo parlante, ma a sproposito. Che tristezza!

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Beppe Grillo ospite della trasmissione tv di Fabio Fazio

di Gian Franco Bottini

Ci ha messo un bel po’ di tempo, ma alla fine Beppe Grillo ha confessato di aver capito di non essere adatto a guidare un partito. Peccato che ci abbiano messo molto tempo a capirlo anche quei molti italiani che a suo tempo l’hanno seguito nelle sue farneticazioni e che, lo ha detto sempre lui, gli hanno consentito di “peggiorare il Paese”

Non si capisce quale fosse l’obbiettivo di Fabio Fazio nel riesumare l’amico nel suo molto seguito programma televisivo, se non quello di dargli una mano a ricominciare a far quattrini con il suo mestiere di guitto adesso che le fonti della politica,  per anni con lui generose, si sono prosciugate. Una intervista sempre sul filo dell’ambiguità satirica, con il vecchio trucco di prendere il tempo nell’autoaccusarsi prima che lo facciano gli altri, lasciando il dubbio che, con quell’alone di ironia che ha impregnato tutto il suo intervento, stesse provando ancora una volta a prendere per il naso gli spettatori.

L’uomo sa stare sul palco e sa trascinare il  pubblico con la sua indubbia verve affabulatoria al punto da far perdere di vista il valore dei contenuti di quanto racconta. Grillo è stato l’interprete massimo della “logica dei social”, dove si cerca il consenso, spesso riuscendo, con l’essere pregiudizionalmente “contro”, con l’insulto e la denigrazione.

Grillo, politicamente parlando, è stato  un fenomeno che ha messo a dura prova gli italiani che, davano spesso l’impressione, lo seguivano nelle sue evoluzioni dialettiche non capendo mai dove finisse il politico e dove iniziasse il comico. I suoi comizi a pagamento avrebbero dovuto aprire gli occhi sull’argomento ma, a quanto pare, tutto veniva giustificato dalla sua origine ligure.

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Gian Franco Bottini

“Ridendo  dice la verità”, lo si diceva di Pulcinella e, con una logica che nel tempo si è in altre circostanze ripetuta, del “proviamo a cambiare” si diede il Paese in mano a Grillo. Leggerezza degli italiani in quanto elettori? Incapacità della politica di focalizzare i veri problemi? Forse ambedue le cose; fatto sta che al momento cruciale delle scelte elettorali non è stata, quella di Grillo, la prima volta che un gran numero di italiani si lasciassero affascinare da chi alza di più la voce, meglio se con espressioni forti. E’ un’attitudine che merita attenzione per il futuro!

Certo che il buon Beppe non ha mostrato molta riconoscenza in chi, in fin dei conti, ci ha provato a dare una certa dignità al suo scombinato percorso politico. Parliamo di Conte e Di Maio che con una ironia di dubbio buon gusto sono stati svillaneggiati nel corso della sua intervista. Ma, parlando di buon gusto, l’aver inserito nelle sue farneticazioni questioni, indubbiamente per lui pesanti, di tipo familiare, pensiamo abbia dato l’esatta misura dell’uomo, non solo della sua arroganza e presunzione ma anche della sua sensibilità . Ma su quest’ultimo punto non si può non tirare in ballo anche Fabio Fazio, per nulla convincente nel fermare Grillo su questo argomento o comunque responsabile nel non aver previsto esternazioni del genere .

Se di Grillo, in quanto a stile, non ci si può certo sorprendere, per Fazio si tratta sicuramente di una “caduta” che avrebbe meritato una sua precisazione anche a trasmissione ultimata. La natura della questione giudiziaria citata da Grillo avrebbe suggerito un silenzio, per la dignità delle persone coinvolte, oltre che per l’interesse stesso del suo familiare.

Grillo ha voluto chiudere una pagina (del resto da tempo già chiusa), negativa o positiva è un giudizio che va condiviso con i molti che l’hanno supportato; sarà comunque una pagina che farà parte della storia del nostro Paese.

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