Gualandris (Lega): «Non posso fare la figura del pirla. La stampa è infame»

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VARESE – A Stefano Gualandris, fresco commissario provinciale della Lega, sono bastate 48 ore e qualche articolo sui giornali per mostrare subito il pugno di ferro con militanti e giornalisti. Categoria bollata come “infame” dal nuovo condottiero leghista. Ai militanti invece, ha mandato a dire attraverso le chat interne che prima di parlare con la stampa devono chiedere il permesso a lui. Insomma, sul Carroccio provinciale tutto sta cambiando. Se in meglio o in peggio, ciascuno tragga le proprie conclusioni.

La figura del pirla

In Lega, così dicono, tutti stanno a vedere come si muoverà nei prossimi giorni il nuovo commissario provinciale Stefano Gualandris. Ma intanto ascoltano le sue intenzioni di essere sempre sul pezzo in ogni riunione e leggono i suoi primi editti fatti circolare sulle chat e inviati ai referenti politici locali. Come quello dedicato alla stampa e ai rapporti con i giornalisti. Rispetto ai quali, come del resto scrive in chiusura di messaggio, non ha una grande stima. Al punto da ritenerli infami. E solo per aver dato voce a pensieri, riflessioni che ci sono, ma che di questi tempi in Lega, sarebbero rimasti carbonari.

E allora ecco servita la “soluzione Gualandris“: “Prima di parlare ditelo a me”. Per evitare fughe di notizie, sopire (qualora ci fossero) eventuali mal di pancia. E magari “velinare” il Lega pensiero che si vuol far passare da qui in avanti. E soprattutto per evitare, lo scrive proprio il nuovo commissario, “di farmi fare la figura del pirla”.

L’editto Gualandris

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Se fai una riunione Salvini non ti vede, ma Gualandris sì

Concetti, a parte i complimenti dedicati alla stampa, che il commissario ha più o meno ribadito anche in una riunione via zoom andata in onda proprio ieri sera (martedì 17 marzo). Al tavolo digitale c’erano diversi leghisti. Amministratori, ma anche capataz del partito provinciale. Durante la quale Gualandris ha detto di voler essere molto presente a Busto come a Gallarate o a Varese. Insomma, lì dove due o più leghisti sono riuniti io sono in mezzo a loro. Giusto? «Giusto – hanno commentato diversi militanti – ma dipende dall’atteggiamento e da come si porrà. Perché un conto è partecipare un conto e voler condurre a ogni costo la tenzone. La prima va bene, sulla seconda un po’ meno».

Insomma, del resto Gualandris ha detto di amare la trincea. E in prima linea si sa, mica ci stanno le mammolette.

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