Gualandris: «Sorpreso anch’io. Amo la trincea e non ho scadenza di mandato»

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Stefano Gualandris ( a sinistra) e Giancarlo Giorgetti

VARESE – Forse nemmeno lui, Stefano Gualandris, immaginava di dover abbandonare la comfort zone in cui lavorava ormai da anni. E di ritrovarsi tra le mani il timone della Lega del Varesotto in un momento topico, nel quale il centrodestra è tutto un ribollire. Eppure è accaduto. Lui da “soldatino” leghista, cresciuto in un Carroccio in cui quando il Capo chiama si risponde “presente”, ha detto “sì”. Consapevole che dopo il breve periodo degli onori ci saranno lunghe settimane di oneri e problemi. Da risolvere.

Ma Gualandris non si nasconde, e non nasconde di essere stato a sua volta sorpreso. Dice di essere pronto a giocare la partita in trincea, luogo che aveva abbandonato anni fa per finire nella naftalina del settore aerospaziale e nel quale torna. Per riprendere in mano il filo leghista che da Bianchi passa ora nelle sue mani.

Stefano Gualandris, la sua nomina a commissario provinciale della Lega ha sorpreso tutti. Forse anche lei. E’ così? 
«E’ una cosa grande e bella. Anzi bella pesante, direi. Diciamo che ormai mi ero abituato a seguire il settore dell’aerospazio per la Lega. Ora, da venerdì pomeriggio, ovvero da quando mi hanno comunicato la notizia, mi ritrovo con una spada di Damocle gigante sopra la testa».

In Lega dicono che sia stato Giancarlo Giorgetti a indicare il suo nome come sostituto di Matteo Bianchi. Vero?
«Io so che mi ha nominato Cecchetti dopo aver sentito Matteo Salvini».

Vero o non vero, resta il fatto che arriva in un momento delicato: amministrative in vista e centrodestra che, più o meno in tutta la provincia, fibrilla in continuazione. E’ sicuro di aver fatto bene ad accettare la sfida? 
«A me piace la trincea. Sono consapevole che sarà un anno intenso. Adesso pensiamo alle amministrative e anche un po’ oltre. Poi vediamo».

Un anno intenso dice, quindi di congressi non se ne parlerà fino a quando? 
«Finché non decide la segreteria federale della Lega. A oggi non ci sono date. Io non ho scadenza di mandato, ma sono a disposizione. Credo però che tutto sia rimandato a dopo le elezioni. O almeno vuole la logica».

Elezioni, appunto. Partiamo dall’organizzazione del partito. Quale sarà la prima decisione che assumerà da commissario provinciale? 
«Qualcosa ho già detto nel comunicato stampa in cui ci sono le mie prime dichiarazioni. Continuità con il lavoro portata avanti dal segretario Matteo Bianchi. Che reputo ottimo».

Niente stravolgimenti, quindi? 
«Sicuramente porterò qualcuno di mia fiducia, mi sembra scontato. Ma per l’80 per cento confermerò l’assetto che Bianchi ha dato alla segreteria. A partire dai tre referenti per le elezioni amministrative. Mirko Reto, Giuseppe Longhin e Andrea Tomasini sono confermati e continueranno il loro lavoro avviato».

Veniamo alle tre grandi città della nostra provincia al voto e ai candidati… 
«Varese è la partita più importante – anticipa Gualandris prima ancora che la domanda venga ultimata – Ed è, se vogliamo, anche la più facile da gestire. Del resto chi mette in discussione Roberto Maroni?».

Forse lo stesso Maroni. 
«Vero, è l’unico che potrebbe farlo. Ma vi dico che non lo farà. E che a Varese possiamo vincere».

Poi c’è Gallarate. In passato tra lei e Cassani non sono sempre state rose e fiori. Potrebbe essere un problema? 
«Cazzate. Conosco Andrea Cassani da quando portava ancora i calzoni corti e frequentava le scuole elementari. Il sindaco di Gallarate ha il suo carattere, ma anch’io ne ho uno forte. Ma tra amici veri ci si può anche confrontare e avere vedute differenti. Ciò però non ha mai fatto diminuire la stima che ho per Cassani: insieme a Roberto Maroni, è uno dei nostri due candidati intoccabili».

Eppure a Busto la Lega vuole il candidato. Più di un sogno, visto che i leghisti bustocchi insistono, spingono e non fanno più mistero sul fatto di voler buttare a mare Antonelli. Un bel problema, non crede? 
«È una questione che va approfondita con attenzione. La mia nomina è così fresca che non ho ancora avuto modo di mettere la testa su Busto. Di certo nei prossimi giorni andrò a parlare con i militanti della sezione, partendo da un accordo provinciale che credo ci sia da tempo. E in base al quale vedo complicato imporre un nuovo candidato. Ma vedremo. Di certo, come ho già detto, gli intoccabili sono Maroni e Cassani».