I sindaci di Eu-polis “spaventano” il centrodestra

Forza Italia? «Non esiste più o quasi». Fratelli d’Italia? «Il partito sembra così spaccato da essere diventato ingovernabile». E la Lega? «Quale delle tre? Quella Salviniana, quella dialogante e draghiana o quella dei “Prima io e il mio ruolo e poi gli italiani, la secessione e tutto il resto”?».

E’ sufficiente fare il nome dei tre partiti di centrodestra e chiedere quale sia lo stato di salute per avere, in sintesi, le tre risposte di cui sopra. E’ un quadro politico di generale smarrimento in cui la retta via è smarrita e nemmeno google map sarebbe in grado di indicare la direzione per uscire dalla selva oscura.

E quando i giganti sono in crisi a dominare sono i piccoli. I quali, se sono anche abili a districarsi nelle decadente melma della Terza repubblica, crescono, aggregano, costruiscono reti, relazioni e fanno paura. Il che non è detto che poi centrino il bersaglio, ma nemmeno il contrario.

E’ il caso di Eu-polis, realtà che quando si è presentata sulla pubblica scena (solo qualche mese fa), a un primo sguardo è stata pesata da tutti come “l’ennesima associazione cultural-politica, che sulle ali dell’entusiasmo metterà in pista due o tre iniziativa elettorali prima di finire nell’anonimato”, ovvero in quel cono d’ombra piuttosto affollato da siffatte “creature” nate con l’intento di cambiare il mondo e finite ben presto in deficit di idee e uomini.

E se Eu-polis farà questa fine lo vedremo. Per ora però ha messo in campo un paio di iniziative capaci di stuzzicare una curiosità trasversale, un interesse anche nel mondo dell’impresa e un’azione territorialmente ampia. Sia su scala provinciale (un evento è stato fatto a Busto) che sovra regionale (Alpifood, ovvero quando a Daverio si è ritrovata una fetta del panorama politico imprenditoriale dell’arco alpino. Ministro dello Sviluppo Economico compreso).

E il terzo appuntamento, ancora tutto da pesare, è quello già battezzato come “l’aperisindaco”. Contesto conviviale in programma giovedì (14 luglio), dove, però, c’è chi promette che le bollicine non saranno solo nei calici. La lista degli invitati e di chi ha già confermato la presenza, anche in questo caso, è piuttosto ampia: sindaci del Varesotto (oltre la ventina), ma non solo; assessori, consiglieri e qualche imprenditore (non tutti quelli preventivati, poiché qualcuno pare abbia fatto mezzo passo indietro “richiamato” dall’ordine costituito).

Ma chi sono questi Eu-polis che stanno agitando l’afosa estate della politica del Varesotto? Bella domanda. Sulla carta d’identità politica hanno scritto “civici”. Ma non sono quelli di Marco Magrini. Sono “gli altri civici”, anche loro però sono moderati con valori liberali, cristiani ed europeisti. Termine quest’ultimo che, qualcuno sorride, fissa il grande traguardo del percorso. Ma non è per questo (almeno per ora) che agitano il centrodestra. E nel centrodestra è soprattutto la Lega a essere in ambasce e a spiare nel buco della serratura per cercare di capire cosa sta accadendo nella segreta (ma nemmeno troppo) stanza di Eu-polis.

Perché?

Non è una questione di posti, ma la politica, pure quella civica, è anche una questione di posti. E la prima partita in ordine di tempo in cui le forze si misureranno è la presidenza di Villa Recalcati. Dove tutti (anche una parte di Fratelli d’Italia) sta giocando a rosolare l’attuale padrone della baracca. E dove ognuno ha ambizioni: Forza Italia, che in tempi non sospetti ha detto di voler esprimere il prossimo presidente; Fratelli d’Italia, che tenterà di difendere non l’uomo al comando ma la bandiera di partito e la Lega. Sul Carroccio, infatti, sono diversi a nutrire ambizioni: da Mirko Reto sindaco di Casciago ad Andrea Cassani di Gallarate. La Villa è il giusto trampolino di lancio per prendersi anche il partito quando faranno (se lo faranno) il congresso.

Ma in politica per trasformare in oro le ambizioni servono i numeri. E, nelle elezioni di secondo livello, servono i civici. Gli Eu-polis appunto, che non è detto che avranno la forza quando si apriranno le danze delle provinciali, ma al momento hanno sicuramente trovato la chiave per mettersi al centro della scena. E con un centrodestra diviso (Cassano, ultimo caso in ordine di tempo, docet) infilarsi dentro l’assenza della Politica non è un’impresa impossibile.

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