Il Comune di Gorla Maggiore fa ricorso al Tar contro il gestore dei campetti

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GORLA MAGGIORE – Inadempienza, promesse non mantenute e lavori non svolti. Su questi fronti si gioca la partita tra il Comune e il gestore dell’area campetti di Gorla Maggiore. Uno scontro che verrà presto portato al Tribunale amministrativo regionale di Milano. Infatti la giunta Zappamiglio ha deciso di costituirsi in giudizio proprio contro la società che gestisce gli spazi ricreativi in via Roma per inadempienza degli obblighi previsti dal contratto.

Convenzione scaduta

Sono passati ormai più di 6 anni dalla convenzione che l’allora amministrazione Caprioli aveva stipulato con il gestore dell’area campetti di Gorla Maggiore, ma da quel 27 maggio 2014 molte cose, o forse troppo poche sono cambiate. Infatti l’attuale giunta di Fare Comune ha deciso di ricorrere al Tar contro la società che gestisce la zona ricreativa di via Roma. Il motivo? Delle inadempienze rispetto ai doveri dell’impresa che si sarebbero dovuti espletare entro la scadenza del contratto, avvenuta lo scorso 8 agosto 2020.

E i lavori?

«L’accordo prevedeva una serie di interventi e dopo alcuni sopralluoghi dello scorso autunno i nostri tecnici hanno riscontrato che non tutti sono stati portati a termine. A questo punto – spiega il sindaco Pietro Zappamiglio – procederemo per vie legali come prevede la normativa e faremo ricorso al Tar».

L’obiettivo è quindi quello di avere un giudice super partes che possa accertare quali impegni sono stati mantenuti e quali invece no, in modo da quantificare i danni recati al Comune stesso. «Si tratta di un modo per tutelare l’intera comunità», continua il primo cittadino.

Ricorso la Tar

Infatti la società ha gestito per gli scorsi 6 anni l’area dei campetti di via Roma, nella quale rientra non solo lo spazio verde, i campi e i giochi per bambini, ma anche il bar. «Date le inadempienze riscontrate dagli uffici, abbiamo deciso di non rinnovare la convenzione con la società e nei prossimi giorni formalizzeremo la costituzione in giudizio al Tar di Milano», conclude Zappamiglio.

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