Samarate, il congedo di Leonardo Tarantino: «Questa sera io faccio un passo in avanti»

 samarate  sindaco tarantino

SAMARATE – «Questa sera io faccio un passo in avanti, sicuro di lasciare la città in buone mani». Con queste parole, l’onorevole Leonardo Tarantino, ormai ex sindaco di Samarate, si è congedato, oggi 15 ottobre, dal consiglio comunale e passa ufficialmente il testimone alla guida della città ad Alessandra Cariglino. Circa nove anni di mandato da sindaco, tra i più longevi nella storia comunale di Samarate, che Tarantino ora potrà liberamente portare a Roma per la sua esperienza in Parlamento, condizionata sin dal primo giorno dall’incompatibilità del doppio incarico.

I successi dell’amministrazione

Nel suo discorso di commiato, Tarantino si dice convinto che sia stata assolutamente positiva la sua attività amministrativa, forte anche delle conferme ricevute da parte dei cittadini proprio in questi giorni non facili sotto il profilo emotivo. Primo tra tutti i successi, un debito di 13 milioni di euro ereditato dalla precedente amministrazione ridotto dei due terzi, con un avanzo di amministrazione di oltre quattro milioni, pronto ad essere in parte investito in opere pubbliche. «Lascio a Samarate, l’ultimo grande successo della nostra attività amministrativa, forse il più grande. Nella nostra città, a San Macario, su un area di circa 11 mila metri quadrati, nascerà una Casa di Riposo: questo sogno è ormai una certezza».

I sogni rimasti nel cassetto

Tanti ambiziosi progetti sono rimasti però irrealizzati: tra i sogni nel cassetto di Leonardo Tarantino, la palestra/palazzetto dello sport e l’annesso polo scolastico e una rete ciclopedonale per la città; rimane l’amaro in bocca per «aver governato in anni in cui gli enti locali sono stati dapprima dimenticati e poi fortemente penalizzati dalle scelte del governo centrale, per cui risultava quasi impossibile manovrare al meglio all’interno del bilancio comunale». Proprio per questo, conclude Tarantino, la scelta di combattere battaglie più grandi, per tutti i sindaci, oltre i confini della città di Samarate. «Nei “palazzi romani” insieme ad altri colleghi che come me hanno potuto maturare esperienze nei loro Comuni, potremo restituire dignità agli enti locali e alle città. Potremo riformare lo Stato anche grazie a passaggi fondamentali come l’autonomia voluta da lombardi e veneti con i referendum dell’ottobre 2017. Potremmo insomma dare risposte ancora migliori ai nostri cittadini».

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