Il fenomeno Julio Velasco alla Uyba: il romanzo di una vita

Julio Velasco

BUSTO ARSIZIO – Scusate l’anticipo. Il primo mattone – un vero e proprio architrave – su cui si fonderà la e-work Busto Arsizio versione 2023-24 è uno di quelli dal peso specifico importante, anzi importantissimo: il suo nome – è che nome – è Julio Velasco. Come anticipato in tempi non sospetti, era il 12 aprile in barba agli scettici, il più importante e innovativo allenatore della pallavolo degli ultimi quarant’anni – l’allenatore dell’Italia della ”generazioni di fenomeni” – è pronto a sedersi sulla panchina biancorossa, proprio nell’anno in cui Busto Arsizio sarà Città Europea dello Sport 2023. Un colpo, o per meglio dire un capolavoro alla Pirola, che riporterà la Uyba al centro dell’attenzione mediatica mondiale, sebbene il progetto sportivo sarà inevitabilmente all’insegna della linea verde.

Julio Velasco: coach leader

Partendo dall’assunto che Julio Velasco è un eccellente allenatore dal lato tecnico e di campo, la forza assoluta del tecnico albiceleste – che subentrerà a Marco Musso, mai capito da certa critica e destinato a Casalmaggiore – è sempre stato il lavoro sul gruppo e sulla testa dei singoli atleti. Le sue frasi iconiche (Chi vince festeggia, chi perde spiega; Allenare non è una scienza è un’arte; In partita non si molla mai e non esistono alibi; Gli schiacciatori non parlano dell’alzata, la risolvono) rivelano proprio questo fattore che nello sport è fondamentale. Non a caso negli ultimi anni l’ex cittì azzurro ha tenuto seminari e lezioni in ambito aziendale su leadership e coaching.

Un colpaccio alla Pirola

In quest’ottica, oltre che una risorsa per la squadra, Velasco diventa un vettore per la società e per gli sponsor che potrebbero generare ulteriori sinergie, magari con le sue lectiones in azienda. E poi – aspetto da non sottovalutare – c’è il capitolo marketing: il solo nome dell’argentino stuzzica media, addetti a lavori e tifosi. Aggiunge appeal e credibilità. Insomma un vero colpo alla Pirola, sulla stessa traccia di Piccinini o Rosamaria, ma elevato alla terza potenza. Una situazione da sfruttare anche a livello di territorio e istituzioni per portare visibilità alla Città Europea dello sport.

Generazione di fenomeni (siamo noi)

Ripresa dalla canzone degli Stadio dal giornalista Jacopo Volpi, l’espressione rende perefttamente quanto sia stata importante quella lunga stagione dell’Italvolley per lo sport italiano. Un po’ di nomi in ordine sparso: Giani, Lucchetta, Zorzi, Tofoli, Cantagalli, Bernardi, Gardini, Bracci, Galli, Gravina… e, soprattutto il primo nocchiero (seguito pi da Bebeto e Anastasi) Julio Velasco. La bacheca in ordine sparso: 3  ori Mondiali, 5 Europei, 5 World League e un argento olimpico. In pratica per i nati tra gli anni ‘70 e i ’90 l’amore e la conoscenza per il volley si basa sugli anime giapponesi come Mila e Shiro e su questa squadra, la squadra della generazioni di fenomeni.

Julio Velasco: la scheda di una vita

Julio Velasco è nato a La Plata (ARG) il 9 febbraio 1952 da padre peruviano e da madre argentina ma di origine inglese.  Orfano di padre a soli 6 anni, dopo il liceo, si iscrive alla facoltà di filosofia, ma abbandona gli studi per trasferirsi a Buenos Aires per “passare inosservato” sotto la dittatura militare in pieno periodo dei Desaparecidos (anche il fratello sparisce per due mesi). Lavora come agente immobiliare e insegnate in corsi per adulti.

Negli anni della scuola gioca a pallavolo e inizia ad allenare e diventa tecnico del Ferro Carril Oeste con cui vince quattro campionati argentini consecutivi. Nel 1983 approda in Italia alla guida in A2 della neo promossa Jesi e subito sfiora la promozione. Due anni dopo passa a Modena guidando quella che in nuce sarà la sua nazionale: 4 scudetti consecutivi e tre finali di Coppa dei Campioni. Nel 1989 arriva la chiamata della nazionale azzurra che culminerà con i successi che tutti sappiamo; poi sarà la volta di quella femminile e di quella maschile della Repubblica Ceca. Nel 2003 torna ad allenare i club a Piacenza, Treviso, Montichiari e di nuovo Modena inframezzate dalle esperienze sulle panchine di Spagna, Argentina e Iran. Vanta anche esperienze nel calcio come dirigente alla Lazio e all’Inter e tiene seminari come mental coach e formatore. Dal 2019 è direttore tecnico del settore giovanile della Fipav, incarico dal quale ha chiesto la rescissione.

Il palmares

Il palmares è tendente a più infinito: 1 argento olimpico, 2 ori mondiali, 3 ori europei, 5 World League, 2 ori asiatici e 1 ai giochi panamericani, 4 campionati argentini, 4 italiani. 3 Coppe Italia e una Coppa delle Coppe, il tutto senza contare le competizioni “minori”.

Julio Velasco Uyba – MALPENSA24