«Imposta di soggiorno: aiuto vero al turismo o solo fumo negli occhi?»

Il lungolago di Porto Ceresio

Abbiamo in questi giorni il caso di Porto Ceresio, una perla del nostro territorio, che ha deciso di introdurre l’imposta di soggiorno.
E’ stato piuttosto penoso partecipare sabato scorso alla riunione di Porto Ceresio a cui erano state invitate sia le associazioni di categoria che tutte le strutture ricettive del territorio. Sono circa 49 le strutture presenti sui portali di prenotazione, ma ero presente solo io come presidente di BBVarese e in rappresentanza di Federalberghi Varese ed una anziana signora che aiuta la figlia a gestire una CAV locale. Insomma 6 assessori e 2 operatori.

Come BBvarese – Associazione B&B dei 7 laghi ho però fatto i compiti a casa fin dal momento in cui ho letto l’articolo dell’Assessore del 9 settembre, articolo che affermava la presenza di 45 strutture nel Comune di cui però, forse a sua insaputa, solo 25 sono iscritte nel portale regionale nel 2023 e ancora meno nel 2022.
La discrepanza tra regolari e sconosciuti è preoccupante, ma molto simile a quanto succede in altri comuni.

Una volta accertato che, sia la delibera che il regolamento relativi all’Imposta di soggiorno, erano già stati approvati con atti ufficiali, ho provato a verificare quanti soldi sarebbero stati raccolti con questa tassa, facendo pagare 1 euro al giorno ai turisti – come scritto sull’articolo – e basando i calcoli sui numeri ufficiali della nostra regione.
Ebbene è risultato che nel 2022 a Porto Ceresio sono arrivati 2579 turisti, complessivamente con 7.601 presenze, all’incirca una permanenza media di 3 pernottamenti. Quindi se il regolamento verrà approvato come preannunciato dall’assessore – 1 euro al giorno – il totale potrà essere di ben 7.601 euro.
Calcolando che nel 2023 le strutture regolari sono aumentate di 5 unità, forse arriveremo a 10.000 euro.

Questo dimostra una volta di più che il problema vero è l’abusivismo, che però talvolta è incolpevole a causa della mancanza di informazioni per chi vuole iniziare a fare questo lavoro.
Nel comune, le strutture attive a settembre 2023, erano intorno a 50 e per questo invitiamo il comune a posporre l’introduzione della tassa e di cominciare ad occuparsi di chi esercita già, pur senza permessi.
Trovarli è facile, come è già riuscito a fare l’assessore al turismo portoceresino. Regolarizzarli porterebbe almeno a raddoppiare gli importi raccolti, ma alla fine a cosa servono 20.000 euro? A fare 2 panchine in più?

Quello che serve davvero al turismo è un Ente almeno provinciale, finanziato OLTRE CHE DA UNA PARTE DELL’IMPOSTA DI SOGGIORNO, da enti pubblici, enti privati e associazioni di categoria, che coordini gli sforzi finanziari ed organizzativi dei comuni che con l’indotto del turismo sopravvivono.
Nel turismo attuale i singoli comuni non hanno più forza sufficiente per creare eventi che abbiano un richiamo transregionale, nazionale o internazionale, ma purtroppo continuano a sprecare soldi, ognuno per piccoli eventi che richiamano solo escursionisti.
Impariamo da chi ha già avviato sistemi simili a questo, la connotazione sportiva del turismo a cui è già stata avviata la nostra provincia non può far altro che spingere in questa bellissima direzione.

Alfredo Dal Ferro
Presidente Associazione BBVarese

imposta di soggiorno turismo – MALPENSA24