Incendio all’Accam, il PD di Busto: «Se non è sicuro e a norma, non deve funzionare»

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BUSTO ARSIZIO – «Inammissibile l’incendio nell’area ex Accam. Se l’impianto non è sicuro e perfettamente a norma, non dovrebbe funzionare». Ad affermarlo è Maurizio Maggioni, capogruppo del PD in consiglio comunale, che nella riunione della commissione territorio di ieri, 11 aprile, a poche ore dal rogo del deposito di rifiuti ingombranti, ha avanzato la richiesta di chiarimenti sull’accaduto sotto forma di relazione tecnica di fronte al consiglio comunale. Richiesta appoggiata anche dal capogruppo di Forza Italia Orazio Tallarida, che vive a Borsano e che è stato tra i primi testimoni del fumo che si levava dall’area oggi gestita da Neutalia.

Le rassicurazioni di Neutalia

All’inizio della riunione il presidente della commissione, e consigliere delegato alle partecipate, Roberto Ghidotti, aveva letto una nota del presidente di Neutalia Michele Falcone sul fatto che l’incendio ha interessato «l’area adibita a rifiuti ingombranti non pericolosi gestita da terzi», non toccando «né l’impianto né l’area dei rifiuti speciali». L’area del rogo è peraltro oggetto di «un investimento da 450mila euro già pianificato nel 2022 per copertura e realizzazione zone separate dei rifiuti». Rassicurazioni che al capogruppo Dem Maurizio Maggioni non bastano.

L’intervento di Maggioni (PD)

L’incendio scatenatosi dentro l’area degli impianti Neutalia è inammissibile.
Impianti che raccolgono ripartiscono, gestiscono ed inceneriscono quantità rilevanti di rifiuti di diversa
tipologia devono essere sottoposti ad una gestione di altissima qualità, tale da impedire qualsiasi incidente possa esser immaginato.
Le spiegazioni, comprese quelle che eventualmente facessero risalire “l’incidente” a cause dolose, non sono affatto giustificabili. I livelli di sicurezza e di prevenzione devono essere “totali” e l’incendio di ieri
testimonia che non è cosi.
Inoltre se si verificassero esatte le prime informazioni che attestano l’incendio nell’area dei rifiuti
ingombranti, è d’obbligo ricordare quanto dichiarato nella “due diligence” di Tecnohabitat dell’aprile
2021: tale area non risponde se non parzialmente alle prescrizioni che la volevano compartimentata e
coperta. Nell’aprile del 2021 si citava una progettazione già definita in base ad una prescrizione del 2018 ed in fase di attuazione.
Oggi Neutalia dice che un ampio progetto è in fase di realizzazione. Ma se gli impianti non sono
perfettamente a norma e se comunque sono suscettibili di incidenti facilmente presumibili, non devono funzionare: questo è quanto il Comune di Busto Arsizio deve pretendere senza nessuno sconto, a nome della cittadinanza, della sua sicurezza e salute.
Abbiamo chiesto come minoranza nella Commissione di ieri sera, che il Sindaco relazioni con il supporto delle analisi e delle dichiarazioni dei servizi degli uffici competenti; aggiungiamo che il Comune deve agire in ogni sede e con gli strumenti amministrativi e giuridici opportuni perché l’impianto non possa funzionare se non con la completa attuazione delle norme e delle prescrizioni e comunque dei massimi sistemi di prevenzione.

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