Infermiere di Famiglia Tradate, 59 pazienti presi in carico nelle prime 3 settimane

TRADATE – Il primo intervento dell’Infermiere di Famiglia e di Comunità nell’area territoriale di Tradate risale al 14 febbraio scorso. Nelle prime tre settimane di attività sono stati presi in carico 59 pazienti, 29 dei quali auto presentatisi al Punto Unico di Accesso attivo nella Casa della Comunità di via Gradisca 12 a Tradate, in funzione dal dicembre scorso, e altri 5 sono stati segnalati dal Medico di Medicina Generale. Un primo bilancio positivo, a cui giunge anche il plauso da parte dell’assessore regionale Letizia Moratti.

L’attività nelle prime settimane

Più nel dettaglio nelle prime tre settimane di attività si sono registrati 138 primi contatti telefonici con gli utenti dimessi; 182 recall telefonici con utenti presi in carico; 70 primi accessi domiciliari; 38 ulteriori accessi domiciliari di follow up per gli utenti presi in carico. Numeri che fotografano un servizio fatto innanzitutto di relazione con il paziente, come raccontano gli stessi professionisti, 12 in tutto, che compongono l’équipe dell’Infermiere di Famiglia in servizio nella Casa della Comunità di Tradate: «Andare a casa dei pazienti, ascoltarli nel loro ambiente di vita – spiegano – conoscere i loro famigliari offre opportunità eccezionali per comprendere i reali bisogni della persona e rispondere con maggiore efficacia. Instauri un rapporto più diretto, più completo, recuperi il significato pieno del nostro lavoro, che va oltre l’assistenza e abbraccia la cura in tutte le sue declinazioni».

Il ruolo dell’Infermiere di Famiglia

Il compito principale dell’Infermiere di Famiglia è quello di colmare l’offerta sociosanitaria nell’ambiente di vita del paziente, coniugando le competenze più propriamente sanitarie con le necessità sociali e sociosanitarie, attraverso interventi educativi, specialistici e di relazione tra paziente, familiari, caregiver, Medici di Medicina generale, specialisti ospedalieri, assistenti sociali, Comuni e Terzo Settore. L’infermiere di famiglia offre un servizio ampio, che parte da una valutazione multidimensionale, comprensiva degli aspetti clinici, ma anche del contesto familiare e abitativo. Non si limitano a dare consigli utili ma, laddove necessario, attivano i servizi che meglio rispondono alle esigenze dei pazienti grazie alla stretta collaborazione con i medici di base, con l’ufficio di piano e i comuni, oltre che ovviamente con tutte le articolazioni di Asst Sette Laghi e con il Terzo Settore.

Tutto il nucleo familiare

Il ruolo dell’infermiere di famiglia, però, come suggerisce il nome, va ancora oltre: partendo dal paziente, questo servizio si propone di prendersi cura dell’intero nucleo familiare, sia intervenendo con indicazioni e prestazioni sanitarie, sia promuovendo la cultura della salute, in termini di prevenzione, corretti stili di vita ma anche di corretto utilizzo dei servizi offerti dal sistema sociosanitario e sociale integrato lombardo. «I numeri registrati in pochi giorni dall’attivazione di questo servizio evidenziano come la riforma del Sistema SocioSanitario lombardo abbia colto nel segno, procedendo nella giusta direzione – commenta il direttore generale dell’Asst Sette Laghi Gianni Bonelli – l’infermiere di famiglia, come tutta la riorganizzazione in corso del Polo Territoriale, si inserisce tra le cure primarie e l’assistenza ospedaliera offrendo risposte ai bisogni esistenti e, al contempo, consentendo allo stesso Polo Ospedaliero e alle stesse Cure primarie di lavorare meglio: si evitano accessi inappropriati in Ospedale, si prevengono le riacutizzazioni, si facilitano le dimissioni e si promuove il rientro al domicilio in sicurezza. Ma non solo: si favorisce la diffusione della cultura della salute».

Il plauso dell’assessore Moratti

«Condivido con vivo piacere la soddisfazione dei responsabili della Asst Sette Laghi e degli operatori della Casa di Comunità di Tradate per i primi positivi riscontri sull’attività degli infermieri di famiglia – commenta la vicepresidente e assessore al welfare di Regione Lombardia Letizia Moratti – questo report sulle prime settimane di attività va ad aggiungersi ai riscontri sul campo che anche personalmente sto avendo nelle visite alle case e ospedali di comunità che ormai da qualche tempo ho iniziato sul territorio. L’entusiasmo degli operatori e il gradimento da parte della collettività ci conferma che, quella intrapresa per il potenziamento della nostra sanità regionale, è la strada giusta. E i primi risultati sull’attività degli infermieri di famiglia a Tradate ci danno ulteriore entusiasmo, proprio per l’aspetto umano e di attenzione alla persona, ovvero due dei punti cardine della nostra Sanità. In attesa di visitare dal vivo la Casa di Comunità di Tradate, complimenti e grazie di cuore a tutti gli operatori».