Kissinger, il grande vecchio della politica americana

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Henry Kissinger, scomparso a 100 anni d'eta

di Ivanoe Pellerin

Cari amici vicini e lontani, nella notte fra il 20 e il 21 febbraio 1972 il presidente Nixon volò verso la Cina, fece scalo a Shangai e, guidato da un ufficiale di rotta cinese, arrivò a Pechino. Il giorno stesso, insieme al suo consigliere per la sicurezza nazionale Henry Kissinger, incontrò Mao: la foto della stretta di mano del presidente USA con il “Grande Timoniere” della Cina fece il giro del mondo. Al colloquio partecipò anche il primo ministro cinese Zhou Enlai.

La distensione con la Cina era già cominciata con la “diplomazia del ping-pong” nell’aprile 1971. Nell’estate successiva Kissinger si recò a Pechino per preparare la visita di Nixon. La missione diplomatica di Kissinger in Cina fu segretissima. Le cronache narrano che, nel corso di un viaggio in Asia, la sera dell’8 luglio 1971 a Rawalpindi (Pakistan), durante una cena ufficiale, Kissinger mistificò un finto malore e lasciò la sala. Protetto dai servizi di sicurezza si recò in aeroporto dove un aereo decollò verso Pechino. Qualche mese dopo, nell’ottobre 1971, la Cina di Mao Tzedong venne ammessa all’Onu, entrando a far parte dei membri permanenti del Consiglio di sicurezza con diritto di veto. Sul finire del maggio 1972 il presidente Nixon fu ospite al Cremlino. Anche in questo caso fu la prima volta che un presidente americano mise piede a Mosca: con il leader sovietico Leonid Breznev avvenne la firma degli accordi “Salt-1” per la limitazione delle armi strategiche.

In Medio Oriente il presidente egiziano Anwar Sadat attendeva l’occasione favorevole per vendicare la sconfitta del 1967 da parte di Israele. Il 6 ottobre 1973, cogliendo di sorpresa gli israeliani nel giorno dello “Yom Kippur”, la festa religiosa più solenne del calendario ebraico, Sadat lanciò le truppe egiziane sulla sponda orientale del canale di Suez, mentre i siriani attaccavano sulle alture del Golan. Grazie agli armamenti forniti dall’Urss, le forze corazzate avanzarono rapidamente nel Sinai. Israele riorganizzò le proprie forze, contrastò l’avanzata degli eserciti arabi, riconquistò le alture del Golan e fermò l’avanzata degli egiziani nel Sinai. Intanto i sovietici avevano preso nettamente posizione a favore degli arabi, che avevano deciso il blocco petrolifero contro l’Occidente, mentre gli americani sostenevano Israele. Ennio Di Nolfo nella sua “Storia delle relazioni internazionali dal 1918 ai giorni nostri” (editore Laterza, 2008) scrive che, in questa situazione, Kissinger, dopo essersi recato sia a Tel Aviv che a Mosca, “attuò una estenuante navetta diplomatica di incontri al chilometro 101 della strada che va da Suez al Cairo, incontrando ripetutamente e separatamente i rappresentanti militari egiziani e quelli israeliani, ottenendo la firma di un “cessate il fuoco” provvisorio.” Il 18 gennaio 1974 l’intenso negoziato condotto da Kissinger rafforzò il “cessate il fuoco” al quale seguì una conferenza a Ginevra, sotto la presidenza congiunta di americani e sovietici. Il 31 maggio 1974 la conferenza confermò le intese raggiunte che sfoceranno nel 1978 con il presidente Carter e Kissinger, sempre al suo fianco come consigliere, negli accordi di camp David tra Israele ed Egitto.

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Ivanoe Pellerin

Cari amici vicini e lontani, a secondo delle visioni, Kissinger è stato descritto in molti modi, astuto, spregiudicato, lungimirante, pragmatico, molto attivo nel perseguire una realpolitik, la sua interpretazione dell’azione delle superpotenze nel mondo, che proveniva dai suoi studi storici. Alcuni l’hanno accusato per il sostegno americano alla dittatura di Pinochet, i bombardamenti in Cambogia e una certa spregiudicata politica USA nel Sud America. In ogni caso questo grande vecchio ha influenzato notevolmente gran parte degli avvenimenti del XX secolo. Heinz Alkfred Kissinger era nato a Furth in Baviera nel 1923, ribattezzato Henry dopo il suo arrivo negli States nel 1938 in fuga dalla Germania nazista. Poi gli studi ad Harvard e il decollo verso la carriera diplomatica.

Come riferisce l’ottimo Rampini dalle pagine del Corriere della Sera del 1° dicembre 2023, Kissinger è apparso in una sala gremita di gente, al Council for Foreign Relations il 5 ottobre, poco prima dell’attacco di Hamas in Israele. Secondo questo grande vecchio della politica internazionale, dalle relazioni fra USA e Cina dipende il destino del mondo e il futuro dell’umanità. Ecco una sua dichiarazione: “Stati Uniti e Repubblica Popolare Cinese hanno in comune il fatto di considerarsi nazioni eccezionali, entrambe pensano di avere il diritto di prevalere. Bisogna capire la permanenza storica della Cina e al tempo stesso impedirle di diventare egemone. Non ci riusciremo attraverso prove di forza.”

Di certo i cinesi sono tristi. Xi Jimping ha inviato le condoglianze a Joe Biden per la morte di Kissinger e l’ha definito come “caro e vecchio amico del popolo cinese”, la più alta attestazione di stima da parte dello statista cinese che con quel “caro” ha sottolineato un aspetto quasi affettuoso nei confronti dell’uomo che aperse la porta al riconoscimento e poi al confronto degli States con il gigante asiatico. È vero che Kissinger si adoprò sempre per lo sviluppo delle relazioni dell’occidente con la Cina ed i suoi numerosissimi viaggi lo testimoniano. Ogni volta che Kissinger volava a Pechino, i massimi dirigenti cinesi lo ricevevano con tutti gli onori e a maggio di quest’anno l’ambasciatore cinese a Washington fu mandato a casa del grande vecchio per fargli gli auguri per i suoi cent’anni. Con ogni probabilità Kissinger avrà ripetuto spesso a Pechino di aver pazienza per Taiwan, e come una nuova forma d’intesa fra le due superpotenze sia vitale per il mondo.

Cari amici vicini e lontani, vi sarebbero davvero molte cose da raccontare intorno a questo incredibile personaggio della politica del Novecento. Vi riferisco una frase che mi pare illuminante circa la sua visione politica: “Il potere come strumento fine a sé stesso non mi affascina, mi interessa quello che si può fare con il potere: si possono fare cose splendide.”

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