La maratona di Draghi, l’allungo di Salvini

lodi draghi salvini
Quando Salvini stava con Putin. Ora condanna l'aggressione dell'Ucraina e propone una marcia della pace

di Massimo Lodi

Draghi-slim indossa agile la veste d’un premier in guerra, perché l’Italia lo è. Cerca l’appeasement tra alleati di governo riottosi a convivere. Offre sponda ai sovranopopulisti in ambasce, dopo anni passati a flirtare con l’autocrate rosso. Osserva: s’è appena iniziata una maratona bellica, non stiamo a questionare su chi disse che cosa di chi. Cioè Berlusconi, Grillo, Salvini.

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Massimo Lodi

Reazioni. 1) Grillo si tiene lontano dal teatro politico e dalle piazze mediatiche, forse timoroso d’un vaffa di ritorno. 2) Berlusconi conferma l’atlantismo di sempre, e confessa umanità delusa: credeva incapace l’ex amico Vladimir d’un simile incrudelimento. Messaggio: dica Draghi, io eseguirò. 3) Salvini coglie l’urgenza d’un nuovo abbigliarsi. Alla maglietta con Putin guerriero indossata al Parlamento europeo, sostituisce quella dell’iperpacifista in trasferta a Kiev. Dichiara: andiamo tutti là, marceremo contro i tank della russificazione. Poi la chiamata al Papa: a presiedere l’iniziativa, guidando nonostante l’artrosi i camminatori della libertà, sia Bergoglio. L’uomo ( do you remember ?) che ha scritto l’enciclica “Fratelli tutti”, implorando la dismissione dei furori bellici, l’abbraccio tra i popoli, un solidarismo ecumenico. Ma senza proporre mete diverse da Assisi.

Come non aver pensato prima, si rammaricano in Vaticano, di chiedere consiglio a Salvini? L’aspirante podista fa di slancio un allungo, e precisa sui profughi. Soccorrere quelli veri, i disgraziati ucraini. Mica quelli non veri, gl’immigrati che sbarcano in Italia col telefonino, albergano qui e là, vitto, alloggio e mance pagati, e non escludono disponibilità a spacciare. Chissà se, informato dell’analisi sociologica, Draghi è caduto dalla seggiola di Chigi. Berlusconi dal trono di Arcore. Grillo dalla post piattaforma Rousseau (ahi, l’assonanza). Fors’anche la Meloni dal podio di presidente dei conservatori europei.

La domanda sottaciuta è: ci si vuol spingere troppo in avanti per rimuovere i troppi inciampi arretrati? Forse no. Anzi senz’altro no. Viva lo slancio genuino/nobile. Però, questo sì, andando sul realistico: quando la storia ti fa gol devi cercare di non prenderne altri. Meglio giocare in difesa aspettando tempi migliori anziché impostare attacchi che favoriscono i contropiede altrui. Per riacquistare (piano piano, cito cito) una quota della credibilità smarrita, sembrerebbe nell’interesse di Salvini – e degl’italiani – ch’egli si desalvinizzasse. La prossima volta, citofonare Mario e chiedergli se abita nel suo palazzo un runner dalla canotta con su scritto Senso dello Stato . Nel caso di risposta positiva, invitare il tizio a scendere all’ingresso e accompagnarvisi per una marcetta attorno all’isolato. Cioè a sé stesso. Risulterà salutare.

Ps. A proposito di pace. In questo caso di politica interna. Con quel che succede, il centrodestra -Lega in testa- mette in forse la tenuta del governo sulla riforma della mappatura degl’immobili. C’è catastrofe e catastofe. In Italia ci sono tutt’e due. 

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