La multinazionale di Busto: «Bolletta quintuplicata. Negli USA è uguale a tre anni fa»

BUSTO ARSIZIO – «Da 300mila euro al mese a un milione e mezzo al mese di bolletta energetica». Basta un numero per far capire l’impatto che la crisi energetica sta avendo su un’attività “energivora” come la Nupi Industrie Italiane di via Stefano Ferrario, nella zona industriale di Sacconago. «Abbiamo potenziato i pannelli fotovoltaici sul tetto, ma la loro produzione arriva a coprire non più del 4-5% della potenza necessaria» ammette l’amministratore delegato di Nupi Marco Genoni. «Questo la dice lunga sulle energie alternative e sui proclami sulla transizione ecologica».

La multinazionale di Busto

Nupi Industrie Italiane è una piccola multinazionale da 110 milioni di fatturato annuo che, oltre al quartiergenerale di Busto Arsizio, ha sedi produttive nella zona dell’imolese in Emilia e negli USA, in Texas e in North Carolina. «Là il costo dell’energia è uguale a quello di tre anni fa» rivela Marco Genoni. Un gap di competitività congiunturale che si somma ai tanti divari strutturali. «Negli Stati Uniti in sei mesi abbiamo costruito un capannone ex novo, a Busto in passato abbiamo perso otto anni per avere i permessi mentre tuttora a Borsano aspettiamo da un anno e mezzo la corrente dall’Enel per il nostro capannone nuovo».

La festa e le assenze

I 50 anni di attività della Nupi, fondata nel 1972 dal bustocco Luigi Genoni (che a 86 anni timbra ancora il cartellino tutti i giorni), sono un traguardo prestigioso che inorgoglisce e val bene una grande festa con i dipendenti (400 in tutto, di cui 320 in Italia e 80 negli Stati Uniti), ma la crisi energetica morde e diventa l’argomento clou di cui discutere con gli ospiti istituzionali. Anche se quelli più attesi, l’assessore regionale allo sviluppo economico Guido Guidesi (Lega) e il suo collega delegato alla ricerca e all’università Fabrizio Sala (Forza Italia), hanno “dato buca” all’ultimo momento. Non mancano invece le autorità di Busto, a partire dal sindaco Emanuele Antonelli (che, non a caso, mette in chiaro che per lui «è un onore» essere stato invitato, per quello che considera «un appuntamento importantissimo») e dall’europarlamentare della Lega Isabella Tovaglieri. C’è anche il consigliere regionale leghista Marco Colombo.

Il caro energia

Ma al di là delle doverose celebrazioni, nel corso del “talk show” condotto dal giornalista Luciano Landoni sul palco allestito in sala mensa, mentre nel capannone a fianco la produzione non si ferma, è palpabile la preoccupazione per una congiuntura complicata da affrontare. Il presidente dell’Unione degli Industriali di Varese Roberto Grassi rilancia l’appello di qualche giorno fa, quando evocò il rischio del “baratro” per il tessuto produttivo del territorio: «L’incidenza dei costi dell’energia sta salendo dal 10% fino al 35-40% in certi casi. Queste sono aziende che non hanno più interesse a rimanere aperte». Una situazione che deriva da una «speculazione inaccettabile», come la definisce Riccardo Comerio, imprenditore e presidente dell’Università LIUC di Castellanza. «Molto peggio del Covid, perché allora, pur nella massima incertezza, c’erano alcuni punti fermi su cui agire, mentre ora c’è anche la variabile della speculazione. L’Europa deve fare qualcosa, e deve farlo subito, oggi. Da vigile del fuoco, quando c’è un incendio bisogna cercare di spegnerlo, invece qui lo si continua ad alimentare». E a proposito di Europa, l’eurodeputata Isabella Tovaglieri ammette che «il risultato del consiglio europeo è molto deludente. Serve il coraggio di mettere un tetto al prezzo del gas».

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