La sparatoria di Olgiate arriva in parlamento. La Lega: «Il ministro spieghi»

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OLGIATE OLONA – «Come mai un condannato a trent’anni per omicidio è libero (dopo dieci anni) di reiterare i medesimi delitti? E ora quali saranno i provvedimenti che intenderà assumere il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede (nella foto piccola) alfonso bonafede ministro giustiziaal fine di promuovere e attuare un programma di concreto potenziamento del sistema carcerario e di garanzia effettiva della certezza della pena?». I due quesiti sono contenuti nell’interrogazione parlamentare a risposta scritta, che i deputati della Lega Matteo Bianchi e Leonardo Tarantino hanno depositato e sottoposto al ministro grillino. Con l’interrogazione al ministro, presentata questa mattina, giovedì 9 gennaio, i due parlamentari leghisti vogliono risposte ufficiali sulla certezza della pena da scontare. Oltre che un approfondimento sulle eventuali responsabilità o negligenze per via del fatto che il rapinatore, dopo aver già ucciso un tabaccaio nel 1999 e con sulle spalle 30 anni di carcere, è stato messo a piede libero dopo solo 10 anni.

Condannato a trent’anni, ma libero dopo dieci

L’episodio da cui scaturisce l’interrogazione è la rapina a mano armata al tabaccaio di Olgiate Olona, avvenuta il 18 dicembre scorso. Rapina messa a segno da Diego Mobelli, 45enne senza fissa dimora, arrestato a Tradate poche ore dopo la sparatortria di via Piave, che già nel 1999 aveva ucciso, sparandogli, il tabaccaio legnanese Paolo Pastore, freddato, a soli 48 anni. Mobelli fu fermato un anno dopo e condannato a 30 anni per l’omicidio del commerciante legnanese. Dopo soli 10 anni dalla condanna, nel giugno 2010, il rapinatore killer tornò però libero e non perse il “vizio” delle rapine: tanto che nel 2012 ne mette a segno un’altra in una banca svizzera a Mendrisio.

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Certezza della pena

Bianchi e Tarantino hanno accompagnato l’interrogazione spiegando che a fronte del gravissimo episodio sono necessarie una serie di delucidazioni e approfondimenti. Che dovranno arrivare direttamente dal ministro di Giustizia Bonafede.

«Non si può sorvolare sui fatti avvenuti il 18 dicembre ad Olgiate Olona – scrivono i deputati leghisti – dove c’è stata una sparatoria ai danni di un giovane tabaccaio, che solamente per coraggio e fortuna non ha avuto un epilogo tragico. Tanto più che il rapinatore ha pesanti precedenti. Chiediamo quindi al Ministro come sia possibile che un condannato a 30 anni di carcere per omicidio, dopo soli 10 anni si trovava a piede libero, pronto a reiterare pericolosi reati analoghi».

Dura la posizione: «Per garantire l’incolumità delle persone oneste, lo Stato deve assicurare la certezza della pena. Non è possibile che di fronte a una condanna per omicidio, un pericoloso personaggio possa tornare di nuovo a piede libero dopo aver scontato solo un terzo della pena. Il ministro Bonafede chiarisca immediatamente e prenda provvedimenti. E faccia tutte le dovute verifiche per appurare se ci sono state responsabilità o negligenze. L’incolumità e la sicurezza delle persone vengono sempre prima di tutto».

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