L’addio dello sponsor Jumbo? Nasce tutto da un arresto

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Per quale motivo la Jumbo-Visma ha bisogno di una fusione o di uno sponsor importante? La risposta va ricercata nel colosso dei supermercati Jumbo, costretto a ritirarsi per problemi che nascono dall’arresto a settembre 2022 di Frits van Eerd, che in quel momento era l’amministratore delegato della Jumbo, figlio della famiglia Van Eerd, proprietaria della prestigiosa catena alimentare. Per l’esattezza era il 23 settembre del 2022 quando il dipartimento investigativo criminale olandese fece irruzione nella villa di Frits van Eerd a Heeswijk-Dinther, nel Brabante Settentrionale, per portare avanti una indagine di riciclaggio di denaro che coinvolgeva un concessionario di automobili. Van Eerd venne arrestato e trattenuto in carcere per 5 giorni. 

Frits van Eerd, come ha spiegato brillantemente la stampa belga in questi giorni, ha portato al successo i supermercati Jumbo in pochi anni, trasformando il fatturato da 400 milioni del 2002 ai 10 miliardi di euro di oggi. Per questo la società olandese poteva permettersi una sponsorizzazione così importante, che oltre al ciclismo vedeva anche l’impegno nel pattinaggio su ghiaccio che in Olanda è sport nazionale.

Jumbo ha investito fino ad oggi dai 10 ai 12 milioni di euro all’anno nella squadra di Van Aert e Vingegaard, che ha un budget totale di 35 milioni di euro. A dire il vero, questo importo aumenta ancora di più, perché la famiglia Van Eerd, è proprietaria anche di alcune quote di Hema, altro sponsor del team di Richard Plugge.

Tornando a Frits Van Eerd, le accuse di riciclaggio di denaro attraverso lo sport gli sono costate il posto come amministratore delegato dell’azienda di famiglia e dopo la morte del padre Karel Van Eerd, avvenuta tre mesi dopo le accuse, le sorelle Colette e Monique Van Eerd, sono diventate le principali azioniste di Jumbo e hanno deciso di interrompere le attività di sponsorizzazione nel ciclismo, definendo quello di Frist un hobby troppo caro.

La sponsorizzazione di Jumbo è importante e per questo, oggi, è così difficile sostituirla. Si era aperta una trattativa con i sauditi, che non avrebbero avuto problemi a subentrare, ma per alcuni cosponsor un Paese che ha una cattiva reputazione nel campo dei diritti umani è troppo difficile da gestire e avrebbe creato problemi a livello di immagine.

Jumbo-Visma fino ad ora è stata l’unica squadra capace di creare un budget importante, mantenendo un’impronta nazionale non legata al mondo del petrolio, come ad esempio Emirati Arabi Uniti, Bahrein o Astana. Poi ci sono team come Ineos Grenadiers e la Israel Premier Tech che possono finanziare progetti grandiosi con importi che oscillano tra i 30 e i 50 milioni di euro all’anno.

C’era stato un tentativo anche con Delhaize, un’azienda simile a Jumbo, la quale però non si è resa disponibile a dare 10 milioni di euro per una sponsorizzazione nel ciclismo, scegliendo di investire nelle principali competizioni podistiche e nel Comitato Olimpico Belga.

Andando a guardare le sponsorizzazioni nel ciclismo, con il passare degli anni, il doping ha purtroppo allontanato nomi importanti come Deutsche Telekom, US Postal, Festina o Rabobank, mentre sono rimasti in gran parte quelli legati al mondo delle costruzioni, come materiali o arredi. Così troviamo ancora Deceuninck (finestre), Bora (elettrodomestici da cucina), Soudal e Hansgrohe (industria dei sanitari) e Quick-Step (pavimenti).

Naturalmente poi non mancano produttori di automobili e banche ed è stato visto anche di buon occhio l’arrivo di Lidl, gruppo di discount alimentari presente in tutta Europa. Non ci sono solo aziende che producono o vendono direttamente al pubblico e un esempio in questo caso è proprio la norvegese Visma, affiancata da SD Worx, DSM o Dstny.

Per tanto riguardo la statunitense Amazon, di cui si parla in modo costante in questi giorni: l’eventuale ingresso del gigante americano nel mondo del ciclismo potrebbe essere un traino importante per altre aziende che decidono di investire nello sport.

Articolo a cura di Tuttobiciweb.it

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