L’allacciamento Borsano-Legnano per il teleriscaldamento si farà. «Ma con tante lacune»

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LEGNANO – Passa il progetto «raffazzonato» (per le opposizioni) di fattibilità tecnico-economica per allacciare l’inceneritore ex Accam di Borsano alla centrale del teleriscaldamento Amga di Legnano. Il voto è avvenuto nel primo consiglio comunale dei tre riprogrammati da oggi, giovedì 27 luglio, aperto dal sindaco Lorenzo Radice (nella foto) con una relazione sul maltempo di lunedì («la centralina della Protezione civile ha registrato vento a 98 km/h, qualcosa di veramente inaudito, che si è aggiunto a pioggia e grandine»), le sue conseguenze e su quanto si sta facendo per porvi rimedio.

Radice: «Progetto strategico e utile a tutti»

Punto chiave della serata, lo sviluppo dei sistemi di teleriscaldamento di Busto Arsizio e Legnano/Castellanza con il collegamento all’inceneritore Neutalia a Borsano. «Un asset strategico – ha osservato il sindaco – che risolverà un problema storico, quello di un impianto nato per usare fonti alternative al gas ma che, per errori progettuali, è rimasto legato per sempre a una sola fonte di calore, il metano. Finalmente, grazie al Pnrr, andiamo a risolvere questo problema».

Radice ne ha quindi affermato la «fortissima pubblica utilità, innanzitutto dal punto di vista ambientale, poi perché ridurremo del 40% il consumo di metano; inoltre l’impatto ambientale del collegamento è stato ridotto spostandolo dal Parco Altomilanese a via Novara». Ma per l’ex consigliere di maggioranza Federico Amadei la pubblica utilità «è solo di una partecipata», mentre il progetto «tradisce il programma elettorale perché, anziché chiuderlo, prosegue l’attività dell’inceneritore in eterno».

Amadei: «Tradimento». Brumana: «Illegittimo»

Il consigliere civico di minoranza Franco Brumana ha lamentato la «stranezza» della consulenza sul progetto presentato al ministero per ottenere i fondi del Pnrr, «affidata allo stesso studio, Energard, che poi ha partecipato alla gara per la nuova progettazione, necessaria per evitare l’abbattimento nel Parco Alto Milanese di 700 alberi, e per la direzione dei lavori, vincendola e ottenendo così una commessa da oltre 2 milioni di euro più Iva». Brumana ha quindi ripetuto i rilievi mossi alla delibera in commissione per quanto riguarda la procedura degli espropri e le lacune documentali al progetto.

«Nella delibera non c’è nulla di illegittimo» ha ribadito Radice, supportato in aula dai tecnici del Comune. Ma Brumana ha insistito sulla mancanza nella delibera dell’indicazione dei terreni e dei confini delle aree da espropriare, con una delimitazione che nelle lettere inviate ai proprietari è stata rimandata a un secondo momento; lacune che contrastano con quanto previsto dal Testo unico degli espropri e dal nuovo codice dei contratti pubblici. Per questo ha fatto appello «alla coscienza civica dei consiglieri comunali» perché la delibera venisse ritirata o quanto meno bocciata, ritenendolo«doveroso sotto il profilo giuridico, politico ed etico».

La maggioranza ha comunque votato compatta a favore; contrari tutti gli altri consiglieri tranne Munafò (Forza Italia), astenuto.

Passa anche il bilancio

Nello stesso consiglio è stato approvato, sempre con i voti favorevoli dei soli consiglieri di maggioranza, il bilancio di previsione 2023-2025, con i relativi Documento unico di programmazione, variazione di assestamento, applicazione dell’avanzo di amministrazione, salvaguardia degli equilibri di bilancio e ricognizione sullo stato di attuazione dei programmi come illustrato dall’assessore alla sostenibilità (economica) Luca Benetti.

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