L’America, le droghe e la guerra del Fentanyl

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di Ivanoe Pellerin

Cari amici vicini e lontani, durante il summit di San Francisco, il 17 novembre appena passato, il presidente americano Joe Biden, accanto all’ormai problematica vicenda di Taiwan, ai rischi globali delle guerre in atto in Europa e in Medio Oriente, alle mire espansionistiche nell’Indo-Pacifico del colosso asiatico, ha voluto mettere la guerra al Fentanyl tra i primi temi che sono stati negoziati con l’omologo cinese Xi Jimping. Non so se ciò vi abbia sorpreso e se abbiate conoscenze intorno a questo argomento ma, in virtù del mio passato professionale di anestesista-rianimatore, credo di potervi fornire qualche utile chiarimento. Adesso che ci penso per fare più chiarezza, allargherei i ragguagli intorno alle droghe cosiddette “pesanti” facilmente disponibili sul “mercato”.

Dunque. La cocaina è certamente la droga più diffusa, anche per la facilità dell’assunzione. È una sostanza stupefacente che agisce come potente stimolante sul sistema nervoso centrale, come vasocostrittore e come anestetico (uso assolutamente non comune). È un alcaloide che si ottiene dalle foglie della coca, un arbusto dall’aspetto anonimo che cresce da tempo immemore sulle colline e nella giungla del Sud America, principalmente del Perù, della Colombia e della Bolivia. Le popolazioni locali la masticano da sempre poiché riduce il senso della fame e funge da stimolante.

La Colombia ne produce il 60% circa e assorbe il prodotto del Perù e della Bolivia e le organizzazioni colombiane provvedono alla raffinazione e alla commercializzazione. Per trasformare la raccolta delle foglie in prodotto finito sono necessari solo due passaggi chimici molto economici. Se consideriamo l’estrema povertà delle popolazioni della giungla, l’eliminazione della fonte risulta fino ad ora impossibile. Da 150 Kg di foglie si ottiene 1 Kg di pasta che viene trasformata, nelle raffinerie segrete nascoste nella giungla, nella polvere bianca di cloridrato di cocaina di solito con l’aggiunta di altre sostanze quali l’acido cloridrico, il permanganato di potassio, l’acetone, l’etere, l’ammoniaca, il bicarbonato di calcio, il bicarbonato di sodio, l’acido solforico, financo la benzina. La miscela viene “ridotta” ed essiccata. Ciò che resta è la “polvere bianca”.

Ivanoe Pellerin

Da tre raccolti l’anno il contadino ricaverà 750 Kg di foglie e quindi 5 Kg di pasta. Potrà arrivare a guadagnare 5.000 dollari l’anno, per lui un bel gruzzolo. Dopo il processo di raffinazione all’origine 1 Kg di coca può costare al massimo 4.000 dollari. Ma questo Kg di colombiana passa dai 4.000 dollari ai 60.000 circa negli Stati Uniti. Non è finita così: quel Kg verrà tagliato, adulterato molte volte fino a 5/6 volte il suo peso senza per questo perdere di valore. Gli utilizzatori finali pagheranno cifre enormi per 1 Kg di droga tagliata che ne valeva solo 4.000 al momento di lascare le coste della Colombia (dati del 2010). I margini di guadagno sono dunque colossali e quindi ben si comprende come i trafficanti si possano permettere le tecnologie più avanzate, le attrezzature più sofisticate, le armi più moderne ma anche la possibilità di corrompere persone a vari livelli di responsabilità, fors’anche qualche politico, e di commercializzare il prodotto in cambio di una fetta di questi enormi profitti.

Dalle palafitte dell’Europa centrale dell’epoca preistorica al letto del malato passando per la Mesopotamia, la civiltà greca e quella romana, la Cina e le sue guerre contro l’Inghilterra, per i poeti maledetti dell’Ottocento: è davvero una “lunga marcia” quella che ha portato la morfina a essere il farmaco di elezione delle cure analgesiche e palliative. Australia, Turchia e India sono i maggiori produttori di papavero per scopi medicinali, mentre in Afghanistan la specie viene coltivata estesamente per la produzione illegale di oppio. La pianta del papaver somniferum con il suo fiore e la sua capsula risale fino al neolitico. È facile da coltivare poiché non richiede una particolare attenzione ed è resistente ai cambiamenti climatici e, proprio per questo, può dare da vivere ai poveri contadini dell’Afghanistan. L’incisione della capsula (per lo più all’alba) dà origine alla fuoriuscita di una pasta bianca che viene raccolta in pani e poi trasformata in polvere.

Nel 1806 a Einbeck in Germania, il farmacista Friedrich Adam Seturner (1783-1841) riuscì a isolare un composto alcaloide organico dalla gomma resinosa secreta appunto dal papavero dell’oppio. Battezzò la sostanza “morfina” da Morpheus, il dio greco dei sogni, per la sua tendenza a provocare il sonno. Trascorse molti anni a sperimentare la morfina, spesso su sé stesso, apprendendone effetti terapeutici oltre che i rischi. Con l’invenzione dell’ago cavo e della siringa ipodermica abbiamo la prima diffusione sanitaria dell’uso della morfina durante la Guerra Civile americana (1861-1865) e il conflitto franco-tedesco prussiano (1870-1871). Decine di migliaia di militari divennero assuefatti alla morfina, dei veri tossicomani, tanto che la dipendenza a questa droga venne significativamente chiamata “malattia del soldato”.

Per brevità siamo ai nostri giorni e voi sapete quanti sforzi sono stati fatti per “normalizzare” l’uso della morfina a scopo analgesico. La prima liberalizzazione della prescrizione degli oppiacei risale all’Ordinanza del 16 giugno 2009 del ministro Fazio. La regolamentazione venne alla fine definita dalla legge n. 38 del 15 marzo del 2010. L’eroina è una sostanza chimica che si ottiene dalla trasformazione chimica della morfina ma è molto, molto più potente. Per un chimico la trasformazione non richiede passaggi troppo impegnativi ed è quindi “economica”. La sua assunzione provoca una falsa sensazione di piacere, creando contemporaneamente una forte dipendenza con sintomi psichici e fisici

Il Fentanyl fu sintetizzato dal dottor Paul Janssen nel 1960, grazie alla sintesi, realizzata alcuni anni prima, della Petidina, anch’essa un alcaloide sintetico derivato dall’oppio. Il Fentanyl citrato è entrato a far parte della farmacopea medica ed in particolare dell’attività anestesiologica per via dei suoi effetti analgesici e della sua stabilità. Ricordo che negli anni ’70 la neuroleptoanalgesia, a base di Fentanyl, era particolarmente in uso in neurochirurgia. A metà degli anni ’90 il Fentanyl comparve per le cure palliative con l’introduzione nella pratica clinica del cerotto e nel decennio successivo fu introdotto il primo “lecca-lecca” e successivamente delle compresse orosolubili. Grazie alla possibilità di rilascio controllato tramite cerotti transdermici, il Fentanyl è divenuto attualmente l’oppiaceo sintetico più utilizzato in clinica. Conosciuti gli elementi di base, il Fentanyl è molto facile da sintetizzare, faccenda a basso, bassissimo costo. Il Fentanyl è 120 volte più potente della morfina e 100 volte più devastante dell’eroina. Inoltre è facilissimo da assumere e questo ne ha decretato la diffusione.

Cari amici vicini e lontani, se siete arrivati fino a qui siete bravi. La fine di questa storia. Come spesso succede accanto ad una cosa buona compare quella “cattiva”. Accanto all’ottimo uso medico, è nato, direi quasi inevitabilmente, un uso voluttuario. L’anno passato negli Stati Uniti i morti per over dose da Fentanyl sono stati 72.000 circa e pare siano in aumento. Dietro a questo disastro c’è la Cina che produce la maggior parte del Fentanyl che arriva in America via Messico. Soprattutto per le giovani generazioni americane un vero disastro. Ecco perché Biden ha parlato di Guerra del Fentanyl.

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