Le mistificazioni del sindaco di Legnano a Malpensa24

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Il sindaco di Legnano Radice ha rotto il silenzio sulla decadenza del Documento di Piano, avvenuta il 28 giugno 2022 perché il Comune non ha approvato entro il termine fissato dalla legge regionale 12/2005 un nuovo Documento, né si è preso la cura quantomeno di riapprovare quello precedente, magari con qualche variazione e con la motivazione che si trattava semplicemente di una misura provvisoria in attesa della nuova variante del Pgt. La decadenza del Documento di Piano ha comportato il blocco dei cosiddetti “ambiti di trasformazione”, che ricomprendono aree dismesse di importanza strategica per la pianificazione urbanistica della città, quali la Manifattura e la Franco Tosi. Il comunicato ufficiale del settore urbanistico comunale precisa che per tale ragione addirittura non è nemmeno possibile avanzare proposte di negoziazione riguardanti queste aree.

Legnano sempre più periferia dormitorio

La decadenza del Documento di Piano ha comportato un danno erariale considerevole per il mancato incasso dell’Imu sui terreni edificabili perché questa imposta viene calcolata sul valore di mercato. Soprattutto questa omissione ha bloccato importanti opportunità di sviluppo della nostra città, che sta diventando sempre di più una periferia dormitorio di Milano, priva di posti di lavoro e di servizi adeguati.

Trovandosi evidentemente in gravi difficoltà per il disastro combinato il sindaco, anziché porgere le sue scuse e chiedere collaborazione per contenere i danni, ha rilasciato un’intervista in cui si vanta dell’accaduto. Ha dichiarato che si è trattato di una “scelta politica”, che addirittura rivendica “fortemente” e poi ha affermato: “E a chi dice che l’abbiamo fatto scadere, dico che non solo non è così, ma abbiamo avviato la variante di piano con un anno di anticipo rispetto alla sua scadenza”. Sono espressioni sconclusionate, che possono essere concepibili solamente per cercare di creare confusione in chi le legge distrattamente.

Sull’urbanistica nessuna idea realizzabile

È infatti incontestabile che il Documento di Piano è stato fatto scadere. Inoltre l’avvio formale della procedura per la variante del Pgt nulla può avere a che vedere con il rinnovo del Documento di Piano, che comunque non avrebbe in alcun modo potuto ostacolare o ritardare il nuovo Pgt.

La realtà purtroppo è un’altra perché, in due anni e mezzo di governo della giunta Radice, non è stata nemmeno proposta alcuna idea concretizzabile né tantomeno sono stati esposti progetti, sia pure di larga massima, sulla programmazione urbanistica. Solamente dopo la decadenza del Documento di Piano è stato approvato in giunta, senza nemmeno informare i consiglieri comunali, un atto del tutto irrilevante, che proprio per questo motivo non risulta previsto dalla legge, che prevede la complessa procedura della variante del Pgt. Questo provvedimento, denominato “Oltre la città”, esprime solamente slogan e propositi del tutto generici, condivisibili da chiunque e riferibili a qualsiasi città.

Con la tecnica manipolatoria della distrazione, attuata per distogliere l’attenzione dalla decadenza del Documento di piano, il sindaco ha poi dichiarato: “Occorre mettere in soffitta il Pgt precedente, che era una variante di una variante di un piano che nasceva da logiche urbanistiche di fine Novecento”. Ha tentato così di superare l’immagine di inadeguatezza e di incapacità di trattare le questioni urbanistiche, per proporsi nientemeno che come innovatore. Però può avere convinto solamente chi ignora che il prossimo Pgt sarà comunque definito come variante e dovrà attenersi scrupolosamente alle “logiche urbanistiche” dettate dalla legge regionale n. 12 del 2005. Quindi sia il vigente Pgt che il prossimo risulteranno conformi alle medesime logiche della legge regionale.

Radice parla alla pancia, non alla testa

Il sindaco ha concluso la sua intervista dichiarando solennemente che “oggi la nostra città, i criteri urbanistici, gli stessi operatori che devono attuare la sua trasformazione ci chiedono criteri e princìpi nuovi. Serve un piano nuovo con l’obiettivo di rigenerare la città”. Gli sprovveduti e i disciplinati consiglieri di maggioranza, a fronte di un simile proclama, sicuramente si sono emozionati ed entusiasmati. Con questo espediente, ancora una volta il sindaco si è dimostrato un abile interprete della manipolazione e ha applicato la nota tecnica di rivolgersi alla sfera emotiva e non a quella razionale.

La realtà purtroppo è diversa perché gli operatori interessati agli ambiti di trasformazione si lamentano della carenza di idee e di indicazioni da parte del Comune di Legnano. Chi era pronto a investire enormi capitali nella Manifattura, rispettando tutti i vincoli culturali e puntando ad operazioni di sviluppo della città, ha addirittura dichiarato alla stampa che a seguito della decadenza del Documento di Piano, dirotterà altrove i suoi investimenti. L’unica espressione seria dell’intervista del sindaco è quella riguardante la necessità di un nuovo Pgt per rigenerare la città. Occorre però aggiungere che sarebbe stato necessario che questa giunta si fosse adoperata sin dall’inizio del suo mandato per conseguire questo risultato.

Franco Brumana

Movimento dei Cittadini

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