Le silence des papillons: racconto di un paese apparentemente lontano dal nostro

le silence de papillons

di Andrea Minchella

“Le silence des papillons” è una bella anteprima all’interno del Baff, presentata da Luciano Sovena che in Marocco ha fondato il primo Centro Euromediterraneo di Cinematografia. Un raffinato prodotto che nasce in un’area geografica che riteniamo molto lontana da noi, ma che invece è più vicina di quanto non crediamo. Un intricato giallo che si dipana in una Casablanca rigogliosa di ogni forma d’arte: ci sono la musica e la pittura che accompagnano le vicende di Yasmine, c’è il teatro che spesso diventa luogo centrale di alcune scene, c’è la lirica della cantante trovata morta su cui si concentra l’indagine della polizia, e c’è il cinema con la splendida locandina di “Casablanca” nel camerino dell’amante del protagonista.  Un film che sembra prendere spunto da una tragedia scespiriana e che viene confezionata con bravura e misura. “Le Silence des Papillons”, infatti, riesce ad intrattenere lo spettatore, fornendogli equilibrati e ricercati spunti di analisi sulla universalità dell’amore, della gelosia, delle bugie e del desiderio di cercare ovunque e sempre le proprie origini biologiche. Una dichiarazione d’amore di Hamid Basket nei confronti dell’arte e della sua potente forza di liberare l’essere umano dalla barbarie e dall’istintualità più animale. Un racconto occidentalizzato ma che riesce a rappresentare in maniera efficace una popolazione spesso temuta perchè sconosciuta e di cui si ignorano le forti somiglianze con le società occidentali più evolute ed emancipate. Basta soffermarsi su Omar, il protagonista, che è un apprezzato psichiatra, che cerca disperatamente di curare, tentando di salvarla, una donna che ha come marito un uomo malato e fragile. Pensare ad una psichiatria Marocchina così moderna e fortemente empatica con i suoi pazienti potrebbe per molti risultare una trovata letteraria più tosto che una realtà consolidata anche in regioni geografiche che spesso riteniamo troppo distanti dai nostri luoghi tranquilli ed “occidentalmente” sicuri.

Un film, purtroppo, con una distribuzione minimale che, dunque, vale la pena cercare per poter apprezzarne fino in fondo la semplicità stilistica opportunamente miscelata con una più profonda capacità di lettura della realtà.

le silence des papillons – MALPENSA24