Liste d’attesa e Pronto soccorso, Bertolaso vara il piano sblocca-sanità in Lombardia

MILANO – Pronto soccorso sotto pressione, liste d’attesa da abbattere e carenza di medici, sia negli ospedali che sul territorio: sono alcune delle «situazioni più impegnative» che l’assessore al welfare di Regione Lombardia Guido Bertolaso si propone di affrontare con il pacchetto di misure contenute nelle “Linee di programmazione 2023” approvate dalla Giunta guidata da Attilio Fontana. «In 15 giorni, abbiamo già contattato 17mila delle 65mila persone con prenotazioni “fuori soglia” per anticipare gli appuntamenti» sottolinea l’ex capo della Protezione Civile, a proposito di una delle misure già varate.

I cittadini senza medico di base

«Mentre Regione Lombardia affronta problematiche che arrivano da lontano, come la carenza dei medici, e in attesa che le università “sfornino” i medici che ci mancano – spiega l’assessore Bertolaso – intendiamo rinforzare la rete territoriale. Per questo abbiamo pensato ad ampliare a tutte le ATS il progetto ambulatori temporanei diffusi (CAD) per garantire l’assistenza primaria ai cittadini senza medico di base. Inoltre, abbiamo pensato a misure con cui gestire due fronti urgenti come i pronto soccorso e le liste di attesa».

Meno pressione sui Pronto Soccorso

Per alleggerire la pressione sui pronto soccorso si intende lavorare sia sull’accesso, sia sulla gestione dei pazienti una volta ospedalizzati. «Uno strumento è la Centrale Medica Integrata – ha affermato Bertolaso – che già gestisce il coordinamento fra tutti i pronto soccorso, ma che può ottimizzare lo smistamento in modo più omogeneo, oltre che cercare di intercettare quei casi che possono essere gestiti a domicilio. Un’altra leva è la gestione dei pazienti ospedalizzati e in particolare i letti subacuti, che vogliamo potenziare. Nell’ottica dei vasi comunicanti, se ci sono posti letto liberi nei reparti, si accorciano i tempi di permanenza nei pronto soccorso».

L’incentivo ai medici in PS

Un terzo strumento utile, continua l’assessore «è un incentivo per i medici delle strutture ospedaliere che decidono, terminato il servizio, di svolgere ore lavorative aggiuntive in Pronto soccorso. Per questi medici prevediamo un incentivo di 100 euro per ogni ora svolta in più nei pronto soccorso. Per il personale non medico intendiamo invece chiudere, a livello sindacale, un accordo integrativo con cui definire un perimetro entro il quale premiare il comparto». Un’atra misura anti-affollamento è quella che autorizza i caregiver – «prima regione in Italia» sottolinea il direttore generale Welfare Giovanni Pavesi – ad accompagnare nei pronto soccorso i pazienti di età superiore ai 65 anni e tutti i pazienti allettati e barellati.

Liste d’attesa da abbattere

«Il nostro primo obiettivo – rimarca l’assessore Guido Bertolaso – è stato intervenire sulla lista di oltre 65.000 persone con appuntamento fuori soglia, persone quindi che hanno diritto a una visita specialistica ma hanno trovato disponibilità soltanto a distanza di parecchi mesi. Abbiamo quindi previsto una serie di azioni finalizzate a migliorare la situazione, a cominciare da un’attività di recall dei cittadini. In soli 15 giorni ne abbiamo ricontattati 17.000 per anticipare l’appuntamento nella stessa struttura dove avevano prenotato». Le altre proposte operative riguardano le visite di controllo, che potranno essere prenotate direttamente dal medico specialista o di medicina generale, la realizzazione di un CUP unico regionale che consentirà una migliore programmazione dell’offerta sanitaria ambulatoriale e un’attenzione specifica per i tempi di attesa delle prestazioni strumentali di diagnostica per immagini, quali ad esempio mammografie, TAC e risonanze magnetiche.

Un tavolo sulle prescrizioni

A gennaio, inoltre, a tutte le ATS sarà fornito un cruscotto di sorveglianza e monitoraggio per la verifica dei tempi d’attesa, esposizione delle agende e prenotabilità dalla rete regionale di prenotazione. Infine, «per migliorare la precisione delle prescrizioni delle prestazioni sanitarie verrà costituito un tavolo di lavoro alla Direzione Generale Welfare della Regione e saranno riviste le modalità di prescrizione adottate a seguito del primo accesso in ospedale». 

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