Lonate riscopre la Cascina Caldarona. Con il libro di Milani e Bertolli

LONATE POZZOLO – «Sogni, progetti, desideri: tutti ne abbiamo. Molti nascono e si spengono presto, perché giudicati irrealizzabili. Alcuni durano per qualche tempo, ma poi per qualche motivo si spengono. Qualche sogno resiste». Quello di Ambrogio Milani, storico lonatese, ha resistito. Si tratta di un libro, idea nata 25 anni fa e oggi diventata realtà. Il titolo: “La cascina caldarona di Lonate Pozzolo (1751-1960)“, scritto insieme a Franco Bertolli. Che verrà presentato domani 7 ottobre alle 20.30, al monastero San Michele.

La presentazione

Il libro sarà presentato dall’architetto Giampaolo Livetti, mentre la proiezione delle immagini avverrà a cura dell’architetto Alessandro Iannello. Saranno presenti gli autori, che a fine serata omaggeranno i presenti interessati con una copia del loro lavoro. Che, appunto, racconta «una cascina con qualcosa di particolare capace di incuriosire fin dal nome: Caldarona o Calderona, secondo la pronuncia dialettale o italiana», si legge in una nota degli organizzatori. «Il libro non ci sarebbe senza Ambrogio. Lo pensò e desiderò fin da quando, nel 1997, pubblicò il suo “Lonate Pozzolo… un tempo perduto“, dove alla cascina Caldarona dedicò due pagine. Alla cascina, ai suoi abitanti o alla loro vita, Ambrogio fece riferimento nelle mostre da lui realizzate sul mondo contadino e i suoi valori».

La svolta

La svolta in direzione del libro avvenne nel 2016, «quando l’origine della cascina e la figura del fondatore da cui prese nome, furono prese in considerazione da Bertolli nelle “Conversazioni per le domeniche d’inverno“, organizzate dal Gruppo Ricerche Storiche. C’erano nozioni provenienti dagli archivi sconosciute ad Ambrogio, che illuminavano la figura del fondatore della cascina e cominciavano a precisare il ruolo dei personaggi coinvolti nelle vicende seguenti». Fu allora che si parlò di libro, ritenuto possibile entro un anno. In quel contesto si formulò una specie di scommessa tra Ambrogio e l’amico Rino Garatti, alquanto diffidente sul rispetto di tale traguardo. «Era necessario amalgamare sul filo logico e cronologico le notizie raccolte. Questo lavoro si trascinò nel tempo per vari motivi, cui si aggiunse da ultimo la paralisi determinata dal Covid, ma l’attenzione al progetto non si spense, anzi il progetto si arricchì via via di altri elementi, qualificandosi meglio nella sua strutturazione in tre segmenti: segmento lonatese, segmento gallaratese, segmento milanese. Ma l’intreccio delle vicende narrate nel libro lo lasciamo scoprire ai lettori, che auspichiamo numerosi».

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