Lonate parte civile nel processo Rivolta. La maggioranza striglia il centrodestra

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LONATE POZZOLO – «Cosa avrebbe fatto questa minoranza? Avrebbe voltato lo sguardo e si sarebbe dedicata a bere un bicchiere di passito coi cantucci?». Così Uniti e Liberi, il gruppo di maggioranza a Lonate Pozzolo. Il riferimento va alla costituzione parte civile del Comune nel processo penale in cui l’ex sindaco Danilo Rivolta era imputato, insieme ad altre quattro persone, con l’accusa di voto di scambio politico-mafioso. Un messaggio, diffuso dalla maggioranza, in scia all’interrogazione presentata – e discussa ieri, 27 aprile, in consiglio comunale – dal centrodestra. Con dati e dettagli, fino ai chiarimenti sulla questione licenziamenti in Sap.

Il fatto

Il documento dell’opposizione riguardava le spese legali sostenute dal Comune. Fra i vari quesiti, l’ultimo – dicono – pare riferirsi a questo delicato tema. Un’occasione per ribadire la posizione dell’ente locale («Costituirsi parte civile in un processo penale costituito è un atto dovuto prima che inizi il dibattimento programmato»), ma anche per dare una quadro dell’accaduto: «Il procedimento di primo grado si è recentemente concluso con l’assoluzione degli imputati, in quanto il giudice ha valutato che il fatto di cui gli imputati erano accusati è stato commesso in data anteriore rispetto all’entrata in vigore della norma attuale, più restrittiva. Pertanto, quando il fatto non costituiva ancora reato».

La distanza del Comune

Di fatto, un modo per precisare che «a fronte delle imputazioni molto gravi alle quali l’ex sindaco Rivolta e alcuni cittadini sono stati accusati, è stato eticamente e moralmente doveroso per l’ente comunale di Lonate richiedere tale costituzione». Questo perché «non farlo avrebbe significato ritenere irrilevante un’indagine e un processo che pm e giudici hanno condotto nel nome dello stato italiano e dei suoi cittadini, col fine di tutelarli mediante le leggi dell’ordinamento giuridico». La minoranza si interroga su quali siano i costi sostenuti per costituirsi parte civile al processo. La risposta: «La questione non è tanto economica, quanto etica», dice la maggioranza lonatese. «L’obiettivo era rimarcare la distanza del Comune e di tutti i suoi cittadini rispetto alle vicende che sono emerse dalle indagini e successivamente vagliate dai giudici nei processi».

Il danno reputazionale

Ora però si fanno i conti col presente: «Il danno reputazionale del nostro Comune sarà irrecuperabile perché, pur rispettando la sentenza di assoluzione, vi sono fatti accertati, seppur non punibili poiché presumibilmente commessi prima dell’entrata in vigore di una legge più severa e restrittiva». Ciò non toglie che «tutto quello che era in nostro potere fare per tutelare gli interessi e, soprattutto, la reputazione del nostro Comune è stato fatto. Il nostro gruppo sarà sempre al fianco della magistratura, supportandola nella sua azione di ricerca della giustizia e della legalità. Costi quel che costi».

«Cosa avrebbe fatto la minoranza?»

Fino all’affondo, con domande affilate rivolte proprio all’opposizione: «Cosa avrebbe fatto questa minoranza se fosse stata alla guida di questo Comune di fronte alla portata di un processo con simili imputazioni? Avrebbe voltato lo sguardo e si sarebbe dedicata a bere un bicchiere di passito coi cantucci? Avrebbe forse tirato un sospiro di sollievo per l’assoluzione decisa dal giudice di primo grado?».

I dati

Spazio anche ai numeri. In totale, come ha spiegato nel dettaglio il sindaco in aula, i contenziosi legali di cui il Comune di Lonate è – o è stato – parte o parte civile negli ultimi quattro anni sono 13. In particolare si tratta di 3 costituzioni di parte civile, 2 procedimenti promossi dall’ente e 8 resistenze in giudizio. Suddivisi in diverse aree. Ovvero: Economico – Finanziaria (1), Amministrativa (3 costituzioni di parte civile), Gestione Territorio – Lavori Pubblici (9). E che attualmente «non esistono questioni o contenziosi potenziali per cui l’amministrazione abbia deciso di non procedere legalmente o di non costituirsi in giudizio».

I contenziosi in Sap

Fra i contenziosi, la minoranza in una seconda interrogazione ha spostato l’attenzione sui licenziamenti in Sap. Chiedendo alcuni chiarimenti. Sempre il sindaco a offrire un quadro della situazione, dopo aver avuto informazioni direttamente dalla società. Una risposta che «riassume i dati dei licenziamenti effettuati negli ultimi anni, esplicitandone motivazioni, eventuali contenziosi legali e il loro esito». Fra questi, «dei cinque licenziamenti elencati che hanno richiesto l’intervento di un legale, per uno sono ancora aperti i tempi per il ricorso da parte di Sap, uno è in corso perché il lavoratore ha impugnato l’ordinanza del Tribunale, mentre tre sono legittimi e definitivi». Con una precisazione in premessa. Ecco l’intervento:

La società, come tutti i datori di lavoro, prima di procedere al licenziamento di propri dipendenti,
esamina tutte le procedure possibili e le percorre prima di arrivare all’estrema ratio del
provvedimento di licenziamento. Non si comprende la domanda sull’adozione dei provvedimenti “in modo corretto”. La società rispetta tutte le norme e gli amministratori la gestiscono in maniera responsabile e corretta. O ci si riferisce a un evento in particolare, oppure è stata posta una domanda che vuole insinuare in maniera, questa sì, poco corretta, che l’amministrazione della società non si comporta in maniera lecita.
Peraltro, visto che le considerazioni che hanno portato a questa interrogazione, sono quelle di
“tutelare l’immagine e il valore stesso della società”, ritengo che con una domanda posta in questo
senso, il gruppo consiliare si stia comportando in maniera esattamente opposta.

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